Il GP di Barcellona rappresenta sin da sempre un crocevia importante per i campionati delle squadre che, a suon di sviluppi, si pongono come obiettivo quello di chiarificare la direzione del proseguo della stagione. Anche a centro gruppo il lavoro dei tecnici è stato consistente, soprattutto nel caso di alcune realtà, Aston Martin su tutte. In questo orizzonte si è inserita una gara tanto stressante a livello tecnico, quanto sul fronte strategico, come non osservavamo da tempo.
Stress tecnico che ha colpito non solo la macchina di Charles Leclerc, ma anche un’altra power unit del Cavallino, ovvero quella montata sull’Alfa Romeo di Guanyu Zhou. Il cinese, costretto al ritiro per la seconda volta consecutiva, ha definito frustrante questo momento della sua stagione. A rendere il rammarico ancor più pesante, il fatto che stesse lottando per chiudere a punti, confermando una competitività mostrata con decisone dal compagno. A dare una piega positiva alle sorti del weekend dell’Alfa, è stato proprio Valtteri Bottas. Al sabato si è confermato una certezza, chiudendo fra i primi dieci per la quinta volta su sei gare. Ha completato quindi il lavoro alla domenica, attraverso una gara consistente, in cui ha dovuto cedere il passo solo alla Mercedes dell’ex compagno di casacca. A dare immagine della bella Alfa vista in pista, il fatto che nessun altro pilota del midfield sia stato in grado di insidiare la posizione del finlandese.
Concretizzazione che invece non è arrivata per i cugini di casa Haas, che dopo le premesse del sabato tornano a casa a stomaco vuoto. Al sabato sia Kevin Magnussen che Mick Schumacher avevano brillato, regalando a Gunther Steiner la prima doppia qualificazione per il Q3. Un risultato immagine dell’evidente passo in avanti, visto che un risultato di tale portata il team non lo otteneva da Brasile 2019. La gara ha preso la piega sbagliata sin dai primi metri con la mossa azzardata di Magnussen, in occasione dell’attacco su Lewis Hamilton. Se il danese è stato relegato ad una gara a fondo gruppo, Mick Schumacher ha invece rilevato delle difficoltà sul fronte del ritmo gara. La squadra aveva optato per una strategia su due soste, che però non ha pagato. Dopo due primi buoni stint su gomma soft, il tedesco è andato in crisi con le medie, con cui ha dovuto completare più di metà gara.
E’ stato un fine settimana complessivamente dalla doppia faccia per l’Alpine, che però ha raddrizzato la tre giorni con un doppio piazzamento in zona punti che fa tanto bene in chiave classifica. Esteban Ocon ha ben interpretato il weekend soprattutto sul fronte gara, visto che in qualifica non era riuscito a passare il taglio per accedere in Q3. Nonostante l’intoppo del sabato però il francese ha messo in pista ancora una volta la concretezza che sta caratterizzando il suo inizio di stagione e che gli sta permettendo di prevalere nel dualismo casalingo. E se di casa dobbiamo parlare, non possiamo non menzionare la gara del padrone di casa Fernando Alonso, che nei 66 giri della domenica ha ribaltato le sorti del suo weekend. Cattiveria, velocità, costanza e strategia sono soltanto un ristretto resoconto della gara dello spagnolo, che ha così messo nell’ombra la beffa della qualifica.
Il weekend di casa McLaren potremmo definirlo a fasi alterne e i riscontri finali ne sono la più chiara dimostrazione. Sul giro secco aveva prevalso un buon Daniel Ricciardo che era riuscito a prevalere su Lando Norris, escluso in Q2. I ruoli si sono ribaltati in gara, quando l’Australiano ha rilevato tante fatiche sul fronte del passo, che si sono tradotte in un calo di performance, nonché sul tabellone delle posizioni. Tanto merito invece va ad un Norris acciaccato da una forte tonsillite. L’inglese non ha lasciato che le fatiche fisiche intaccassero la sua gara, riuscendo ad inanellare un ritmo che gli ha permesso di chiudere sotto la bandiera a scacchi saldamente nei punti.
In casa Aston Martin le premesse della viglia lasciavano presagire tutt’altro risultato. Non appena gli addetti ai lavori hanno avuto accesso al paddock al giovedì, gli obiettivi delle macchine fotografiche, nonché le conseguenti attenzioni, sono state puntate davanti al box inglese. Una AMR22 completamente rivista, polemiche a parte, ha dato una chiara idea di come la brigata di Lawrence Stroll abbia intenzione di dare con immediatezza una piega differente al proprio campionato. Eppure i riscontri di Barcellona parlano di come evidenti fatiche siano ancora una realtà concreta. Il giro secco rappresenta forse lo scoglio più grande, visto che ancora una volta sia Sebastian Vettel che Lance Stroll non sono andati oltre il Q1 in qualifica. Qualche buon segnale espresso nelle simulazioni del passo gara del venerdì è emerso anche alla domenica. Ciò non può però essere sufficiente per prevalere su un centro gruppo dalla competitività non poco elevata.
Potremmo parlare poi di un’AlphaTauri statica, tanto negli sviluppi, quanto sul lato delle prestazioni. Il team faentino infatti al Montmelò ha portato solo qualche piccolo aggiustamento. Nulla però che potesse eliminare le pecche emerse in queste prime fasi di campionato. Infatti continua il periodo non semplice per lo Junior Team di Helmut Marko, che prosegue su un ritmo claudicante. Il punto ottenuto da Yuki Tsunoda ricopre il ruolo di magra consolazione, visto che entrambi i piloti hanno parlato delle difficoltà che devono affrontare alla guida della loro monoposto. Frustrazioni che in spagna sono state espresse in misura maggiore da Pierre Gasly. Il francese ha spiegato come ci sia tanto lavoro da fare in termini di comprensione della vettura. “Non siamo in grado di far lavorare la macchina come vorremmo”, ha affermato.
Nel mondiale che esclude Red Bull, Ferrari e Mercedes dall’assegnazione dei punteggi, i riscontri di Barcellona si rispecchiano anche nella graduatoria dei piloti. Bottas, Ocon e Norris compiono un importante passo in avanti, scavando un solco con il resto del gruppo.
Fonte: https://www.circusf1.com/2022/05/gp-spagna-f1-bottas-premiato-dalla-costanza-e-doppi-punti-per-lalpine.php
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