TORINO – Quando in Formula 1 circolano voci, illazioni e speculazioni, è molto difficile che si tratti di solo fumo e manchi l’arrosto. Infatti le indiscrezioni delle gole profonde, quelle che avevano spifferato la condizione irregolare di Aston Martin e Red Bull, sono state confermate ieri. Ma, come si diceva da giorni, si tratta di situazioni che – secondo la Fia, ovviamente – rientrano nell’alveo di una certa normalità: per Aston Martin siamo sul piano puramente formale (qualcuno avrà sbagliato a compilare qualche modulo o qualcosa di simile); per la Red Bull l’infrazione c’è stata, il tetto alle spese è stato sforato, ma sotto il 5 per cento. Alla faccia della normalità.
La domanda, che sorge spontanea, è: perché tutte le altre squadre sono riuscite a stare nel limite di spesa e la Red Bull no? Difficile credere o pensare che si tratti di sviste o di costi calcolati male. Del resto, nei giorni scorsi, dalla Ferrari si sosteneva che un’infrazione sotto il 5 per 100 (su 145 milioni) significa tanto: più o meno una cinquantina di ingegneri che lavorano appieno per sviluppare l’auto. Possono valere mezzo secondo. Altro che “infrazione minore”.
In più, a margine di tutto questo, c’è un’altra stortura: accertata la violazione, l’irrogare una sanzione viene rimandato a un secondo momento (imprecisato). C’è voluto circa un anno (perché comunque si sta parlando del Mondiale 2021) per accertare l’infrazione e adesso bisogna attendere chissà quanto per avere la pena (e sul regolamento non c’è scritto quale possa essere). Un’assurdità nell’assurdità.
Da ultimo: se la violazione accertata riguarda il 2021, è possibile ridiscutere i risultato di quell’anno? Domanda senza risposta: non è mai accaduto, secondo prassi la cerimonia di consegna degli allori mondiali in dicembre a Parigi mette una specie di pietra tombale su tutti i verdetti. Sarebbe la prima volta, un precedente. Inutile persino pensarlo.
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