ROMA – Per la Ferrari il Gran Premio d’Olanda è stato amaro. Non solo per i piazzamenti finali di Carlos Sainz e Charles Leclerc, ma anche per la gomma mancante al momento della sosta del pilota spagnolo, che ha compromesso la sua gara. Per comprendere meglio cosa sia successo al momento del pit-stop, la Rossa si affida alle parole di Inaki Rueda, capo della strategia Ferrari in Formula 1, che afferma: “La chiamata del pit stop di solito ha due fattori: uno è la chiamata al pilota e l’altro è la nostra chiamata ai tecnici. La chiamata al pilota è arrivata al momento giusto. La chiamata al pit crew di solito arriva dai 23 ai 24 secondi prima del pit stop, ma in questo caso, poiché stavamo reagendo a Perez, è arrivata dopo. Abbiamo dato al nostro personale ai box solo 17 secondi per reagire“.
Quindi, già la chiamata per il cambio gomme era al limite. Poi c’è stato un altro fattore a complicare le cose: “Sainz – spiega lo spagnolo – è arrivato un po’ prima del solito. Il gommista anteriore sinistro è riuscito a raggiungere la vettura, ma il gommista posteriore sinistro non è riuscito a farlo. Come se non bastasse, a Zandvoort abbiamo una lit-lane molto stretta e questo significava che il gommista posteriore sinistro doveva fare il giro per posizionarsi al suo posto“. Il Gran Premio d’Italia a Monza ora attende la Ferrari, pronta ad essere accolta dalla consueta marea rossa. Gli errori durante questa stagione sono stati vari e frequenti e sarebbe un peccato farne uno così evidente davanti al proprio pubblico, specie nell’anno del centenario dell’Autodromo nazionale.
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