TORINO – Da oggi scatta la volata nel Mondiale costruttori (tra Ferrari e Mercedes) e in quello piloti (tra Charles Leclerc e Sergio Perez). Peccato che non sia per la vittoria, quella è già nel palmares della Red Bull e di Max Verstappen. Si lotta per il secondo posto, che nel primo caso vale più fondi, nel secondo un titolo platonico cui i piloti tengono comunque. In questa volata “di ripiego“( se così si può dire) la Ferrari arriva ammaccata nel morale. Qualsiasi cosa accada a Mattia Binotto, la tempesta mediatica che si è abbattuta sul suo nome ha creato una situazione di grave imbarazzo. Forse Binotto verrà sostituito, cosa si cui molto cono convinti. Forse resterà al suo posto, come sembrerebbe indicare la nota di smentita arrivata dalla Ferrari martedì scorso. Forse adesso gode di una fiducia a tempo, che certamente non giova né a lui né alla squadra. Il presente della Ferrari è come ibernato, il futuro – a questo punto – un’incognita.
E questa, alla fine, è forse la considerazione che pesa di più. Dopo un inizio di stagione brillante (e vincente) la Ferrari ha come smarrito il filo del discorso, gara dopo gara, mentre la Red Bull e (ultimamente) la Mercedes l’hanno ritrovato. Se è vero (e non c’è dubbio di credere che non lo sia) che a Maranello hanno preferito riversare le proprie attenzioni al progetto 2023, di tutto c’è bisogno tranne che di incertezza e di nebbie all’orizzonte. A questo punto è lecito chiedersi che cosa accadrà da adesso a domenica sera. Tutto filerà liscio? Ci saranno conferme e smentite? Altri nomi si faranno avanti per prendere eventualmente il posto del team principal? Difficile prevederlo, ma è facile credere che non è il modo migliore per cercare di finire la stagione con una prova corale e un risultato convincente.
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