TORINO – «Voglio tornare il prossimo anno da campione del mondo». Parole di Charles Leclerc al Galà della Fia, quello che a fine anno incorona i campioni del mondo delle arie specialità. Elegante nello smoking d’ordinanza, ha dovuto assistere alla seconda premiazione consecutiva di Max Verstappen. Nel 2021 non aveva potuto lottare contro di lui, quest’anno – almeno fino all’estate – è rimasto in corsa. Come si possono giudicare le sue parole? Probabilmente sono un misto di ottimismo, di speranza, di determinazione. Però sembrano anche l’assunzione di un impegno che non sarà facile mantenere. Bisogna che la Ferrari, presa dall’ansia del cambiamento, trovi la strada per l’ultimo step. E conoscendo la forza della Red Bull (ispirata dal genio di Adrian Newey) nonché la voglia di reazione della Mercedes (difficile che sbagli l’auto due volte di seguito) è probabile che il campo partenti dell’anno prossimo sia ancora pià competitivo di quest’anno. Ed è altrettanto probabile che, come ha sempre sostenuto Mattia Binotto, in virtù di regolamenti entrati in vigore l’anno scorso, le prestazioni delle varie auto finiscano con il convergere, rendendo ancora più difficile emergere.
Questo non significa che la Ferrari debba o possa trovarsi più in difficoltà dell’anno scorso. Anzi, a Maranello hanno lavorato a lungo (già da metà stagione) sulle debolezze della loro monoposto per essere più attrezzati. Ma di sicuro, in un mondo che premia la stabilità, avvicendare il Team Principal in questi mesi così cruciali per impostare la stagione, non sembra essere una mossa delle più riuscite. Certo, se il prescelto sarà Fred Vasseur, almeno a Maranello arriva una figura che conosce la Formula 1 e il mondo delle corse. Ma il rischio che Leclerc, al Galà del 2023, ripeta le stesse parole del 2022 è indubbiamente forte.
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