ROMA – “La Uralkali intende tutelare i propri interessi in sede legale e richiede una compensazione per i danni, nonché il rimborso dei significativi importi che Uralkali aveva pagato per la stagione di Formula 1 2022“. Così in un comunicato quello che ormai è l’ex sponsor della scuderia Haas annuncia l’intenzione di chiedere il rimborso alla Haas. La società mineraria russa Uralkali passa così al contrattacco e promette di portare in tribunale Gene Haas, proprietario del team statunitense. La compagnia di Dmitry Mazepin, padre di Nikita Pazepin – anche lui tagliato fuori dalla Haas -, considera inoltre “irragionevole la decisione della scuderia“, invocando il principio secondo cui “lo sport debba essere sempre libero dalla politica e dalle pressioni di fattori esterni“.
Tutto nasce dalla mossa militare della Russia, che, invadendo l’Ucraina, ha suscitato le reazioni dell’opinione pubblica. In Formula 1 non poteva non passare inosservata la presenza di un colosso dell’industria russa come Uralkali, il cui logo è stato rimosso dalla livrea della nuova Haas, così come anche la bandiera russa e lo stesso Mazepin, che si ritrova così senza un sedile. Ora, però, Uralkali parte alla riscossa chiedendo i “danni” ad Haas e annunciando una battaglia legale che potrebbe avere strascichi nel corso della stagione.
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