Come accaduto nello scorso weekend, C2 è P Zero White hard, C3 è P Zero Yellow medium e C4 è P Zero Red soft.
Il Circuito di Città del Messico, ad oltre 2200 metri sopra il livello del mare, è ufficialmente la gara più “alta” del Mondiale. L’aria rarefatta incide sui motori e sull’aerodinamica, generando un carico ridotto soprattutto nelle basse velocità. Con i nuovi fondi ad effetto suolo, sarà interessante notare gli effetti sulla deportanza rispetto allo scorso anno.
Le variazioni di temperatura, altra caratteristica della corsa, qui in Messico sono notevoli anche a distanza di poche ore. I team dovranno monitorare le escursioni termiche perché potrebbero essere un elemento importante per comprendere i dati relativi al degrado degli pneumatici.
Va in scena all’Autodromo Hermanos Rodriguez il ‘piano di riserva’ per sostituire i test cancellati degli pneumatici Pirelli 2023 che erano programmati al Gran Premio del Giappone. La FP2 in Messico sarà estesa a 90 minuti per valutare le mescole più morbide per il prossimo anno, mentre a Austin sono stati utilizzati i prototipi più duri. Come lo scorso venerdì, l’intera sessione sarà dedicata alle prove degli pneumatici con i run plan decisi da Pirelli. Se un team impiega uno young driver per FP1, potrà proseguire il proprio programma per la prima parte delle FP2, prima di concentrarsi sul test degli pneumatici per la restante parte della sessione. I prototipi sono riconoscibili per l’assenza delle bande colorate sul fianco.
“Nel corso di un’intera stagione, gli pneumatici devono affrontare condizioni estremamente variabili a seconda delle specifiche conformazioni delle piste. Suzuka è caratterizzata dall’importanza delle forze laterali, Austin invece ha carichi aerodinamici ben bilanciati. Questa volta, qui in Messico, l’attenzione si concentra su trazione e frenata. Il circuito Hermanos Rodriguez non offre molta aderenza e le forze sugli pneumatici sono relativamente basse a causa del limitato carico aerodinamico che le vetture riescono a generare a queste altitudini, soprattutto nelle curve lente. Quest’anno, inoltre, il circuito potrebbe rivelarsi più limitante sull’avantreno per la tendenza a sottosterzare nelle curve a bassa velocità, tipiche della pista messicana, e questo potrebbe causare un maggiore scivolamento delle ruote anteriori. Per via delle caratteristiche del luogo, la superficie dell’asfalto del circuito tende ad essere sporca e c’è molta evoluzione di pista. La chiave è saper comprendere queste peculiarità e riuscire a mantenere gli pneumatici anteriori che quelli posteriori nella corretta finestra di utilizzo”.
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