Ci sono gesti che valgono più di una vittoria, perché hanno il senso della costruzione. Di un progetto, magari vincente più avanti, di uno spirito di squadra capace di andare oltre i problemi di un doppio debutto come quello di Audi: alla Dakar e con un veicolo tutto a trazione elettrica per quanto ricaricato anche da un motore endotermico.
Così succede che nella quinta tappa, anche per le auto in un circuito-anello che da Riad riporta nella capitale araba dopo oltre 400 km Carlos Sainz sia costretto a fermarsi in mezzo al deserto per lo stesso problema alla sospensione che lo aveva frenato il giorno prima chiuso comunque al terzo posto. Poco dopo è sopraggiunto il compagno di squadra, Monsieur Dakar, Stephane Peterhansel che, visto il compagno in difficoltà, si è fermato, gli ha messo a disposizione il pezzo inutilizzabile per farlo ripartire il prima possibile, mentre lui si è messo in paziente attesa degli aiuti per poter concludere anche questa sfortunata giornata.
È stato lo stesso Peterhansel a fine gara a spiegare le motivazioni della sua scelta: “Avevo fatto una buona partenza, la velocità era ottima, era un piacere guidare. Quando ho visto fermo nel deserto Carlos per lo stesso problema del giorno prima mi sono detto che non era possibile. Mi sono fermato e gli ho passato la mia sospensione per poi aspettare quasi tre ore (2h e 45′ per l’esattezza, nda) che venissero a riparare la mia vettura. Perchè l’ho fatto? Semplice: intanto io lavoro e corro per Audi e desidero il migliore risultato possibile per il mio team e poi è quello di cui abbiamo bisogno per creare uno spirito di squadra. Io ho perso tanto il primo giorno di gara mentre Carlos e mi auguro anche Matthias (Ekstrom) possono competere per entrare nella top ten e quindi dobbiamo aiutarci, davvero è stato un piacere. Io e Carlos ci conosciamo da tanto tempo e penso che lui avrebbe fatto lo stesso per me, come lo stesso Matthias. E ripeto, se vogliamo diventare davvero un team forte, dobbiamo starci vicini l’uno con l’altro”.
Carlos Sainz ha gradito il gesto del compagno anche se era più forte il rammarico per una nuova occasione perduta: “Ringrazio Stephane per il suo gesto, quello che posso dire è che abbiamo rotto la sospensione quando eravamo a 200 metri da Loeb…”. Ora è 22°.
Per la cronaca, la tappa è stata dominata dallo squadrone del Toyota Gazoo Racing con i suoi Hilux. Il leader della classifica, Al Attyah ha marcato stretto il l rivale più pericoloso, Loeb su BRX, e così ci ha pensato il sudfricano Lategan a vincere proprio sul francese e l’argentino Alvarez. Il leader qatariota ha chiuso sesto perdendo appena 3’da Loeb. Il “merito” è della penalità di 5 ore inflitta all’altro alfiere Toyota, De Villers colpevole di aver “centrato” il terzo motociclista in cinque giorni di gara. Una bella mira, davvero.
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