Quello che non doveva succedere, per lo meno qui in terra catalana, è accaduto.
Red Bull e Verstappen hanno sorpassato, a colpi di DRS balbettante, Ferrari e Charles Leclerc sia nella classifica costruttori che in quella piloti.
Due settimane odiose hanno separato Miami da Barcellona, tra le corse agli aggiornamenti, la caccia alle streghe del budget cap e le fake news. Come quella secondo la quale Red Bull avrebbe già dilapidato il 75% del budget a disposizione, voce presto smentita da Helmut Marko in persona.
Poi finalmente si è andati in pista, a confermare comunque un trend ormai consolidato: Leclerc si è preso il sabato e Verstappen la domenica, ma questa volta in maniera atipica.
Perché se il monegasco ha dominato tutti in qualifica, questa volta Verstappen (anche un po’ pasticcione) è riuscito a imporsi la domenica solo in virtù del motore difettoso di Charles, che ha costretto il monegasco al ritiro nel corso del giro 27.
Non è il momento di sfiduciarsi a Maranello. Gli aggiornamenti funzionano e un problema di affidabilità (il primo dopo sei gran premi) ci può stare.
Un campanello d’allarme però c’è e riguarda Carlos Sainz: fuori a Melbourne, fuori a Imola e fuori dal podio ieri, a casa sua in Spagna, dopo l’ennesima scampagnata nella ghiaia.
I risultati dello spagnolo non sono neanche così indecorosi. Escludendo i ritiri in Australia e in Italia, Carlos ha portato la rossa tre volte su quattro sul podio (Bahrain, Arabia Saudita e Miami). Ma la percezione è quella di un pilota che sembra fare grande fatica a bordo della F1 75 e lui è il primo ad esserne consapevole.
Abbiamo sempre sottolineato le doti di Carlos, la sua costanza, la sua forza d’animo, che nel 2021 l’hanno portato a fare meglio di Leclerc. Non è mai stato fenomenale in qualifica (difficile esserlo accanto a Charles), ma in gara si è sempre dimostrato un vero toro, capace di strappare il massimo dei punti domenica dopo domenica.
Sembra che Carlos abbia smarrito proprio questa attitudine: il fattore psicologico, quello ereditato da papà, campionissimo del rally, uno sport dove “mollare” è un concetto inesistente.
Questa sensazione traspare anche dalle parole di Carlos, che sembra proprio non trovarsi con queste nuove vetture del 2022, percepite dallo stesso come poco adatte al proprio stile di guida e troppo difficili da interpretare.
Paradossalmente, questo calo colpisce lo spagnolo nel momento in cui a Maranello hanno estratto dal cilindro la F1 75, una vettura competitiva e capace di lottare per il mondiale.
Per ora, l’unico capace realmente di combattere con la rossa appare proprio Leclerc, da solo, di fronte alle due punte della Red Bull. Due sì, perché Perez, al contrario di Sainz, si sta dimostrando talmente solido da stizzirsi di fronte al team, come quando via radio gli ha chiesto di lasciar passare Max (“very unfair”).
Nel momento in cui anche a Brackley sembrano capire la propria W13, cominciando a insidiare le macchine di testa con una coppia di piloti fantastici come Hamilton-Russell, il team di Binotto deve assolutamente risolvere la questione Sainz.
Salvare il soldato Carlos, preservandolo e proteggendolo dalla pioggia di critiche della stampa, è fondamentale. Non rappresenta una missione qualsiasi, ma la missione mondiale (o Mission Winnow se vogliamo). Se Binotto riuscirà a far sentire Carlos a proprio agio sulla macchina, allora la Ferrari potrà provare a lottare fino in fondo, chiudendo il mondiale in ogni caso senza rimpianti.
Fonte: https://www.circusf1.com/2022/05/binotto-operazione-mondiale-salvate-il-soldato-carlos.php
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