Dopo l’arresto cardiaco accusato in Spagna e l’installazione di un defibrillatore sottocutaneo, Sonny Colbrelli ha dovuto abbandonare l’attività agonistica: “Da quel 21 marzo la mia vita è cambiata – ha spiegato in conferenza stampa a Busnago – La bici mi ha dato e mi ha tolto tanto, pero ho capito che di vita ce n’è una sola”. Il ciclista di Desenzano lavorerà ancora con la Bahrain-Victorious: sarà il trait d’union tra il management e la squadra
Mesi di sofferenza prima di dire addio al ciclismo. È il percorso che ha accompagnato Sonny Colbrelli fino alla scelta di ritirarsi dall’attività agonistica, sette mesi dopo l’arresto cardiaco subito il 22 marzo all’arrivo della seconda tappa del Giro di Catalogna. Da lì è iniziato il calvario del ciclista della Bahrain-Victorious, operato per l’installazione di un defibrillatore sottocutaneo; infine la scelta di appendere la bici al chiodo, impossibilitato a continuare l’attività agonistica. “La scelta del ritiro è nata dopo mesi di riflessione e sofferenza, ho parlato con la mia famiglia per capire se valesse la pena continuare” ha esordito Colbrelli, in lacrime, nella conferenza stampa a Busnago.
Colbrelli ha ripercorso le tappe dal malore: “Dopo quel 21 marzo la mia vita è cambiata – spiega – Quando sei in un letto di ospedale e capisci ciò che ti è successo, devi essere realista con te stesso. Sarebbe stato difficile tornare a fare quello che amavo. La bici mi ha dato e mi ha tolto tanto, però ho capito che di vita ce n’è una sola”.
Il ciclista di Desenzano del Garda ha parlato anche del rapporto con Christian Eriksen. Accomunati dallo stesso problema di salute, tra i due sportivi è nato un rapporto di amicizia: “Lo sento ancora oggi, gli ho fatto un augurio per i Mondiali – racconta Colbrelli – Quando ero ancora in Spagna ho chiesto il suo numero e molti mi hanno detto che non avrebbe risposto. Non è stato così. Per me lui è un esempio, non è facile essere ancora qui. Lui ha realizzato un altro sogno e io devo ringraziarlo per la persona che è”.
Colbrelli era reduce da un 2021 straordinario, coronato con la vittoria della Parigi-Roubaix. Indimenticabile, come il fango su quella bici rimasta intatta da quel giorno. “Non voglio che venga pulita” ha detto l’azzurro, legato ancora per due anni alla Bahrain-Victorious. Colbrelli darà il proprio contributo alla formazione sotto una nuova veste: “Sarò a supporto del mio team perché posso dare ancora tanto. Prima con le vittorie, ora insegnando ai giovani e dando qualche consiglio alla squadra. Il gruppo ogni anno cambia, bisogna trovare sempre uno stimolo per amalgamare il team. Ho tanti progetti in testa e spero di realizzarli“.
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