“Il Dream Team? Ha aperto il mondo al gioco della pallacanestro”. Sono le parole Magic Johnson, a 30 anni dallo storico Oro del Dream Team alle Olimpiadi di Barcellona, ospite di ‘Che tempo che fa‘, su Rai3. La leggenda del basket ha parlato anche del suo iconico soprannome: “È stata una grande gioia quando mi hanno chiamato così per la prima volta, ma poi ho dovuto essere all’altezza di quel soprannome principalmente sul campo. Dovevo vincere per dimostrare che quel nome era degno per un campione”. Sul suo passato: “Ho potuto giocare perché mio padre ha sacrificato tanto per me. Avevo sei sorelle e tre fratelli, perciò mio padre ha dovuto lasciare il basket per andare a lavorare e badare a noi. Una volta arrivato in NBA è toccato a me ripagarlo degli sforzi fatti, permettendogli di smettere di lavorare per godersi la vita e anche la mia carriera, comprandogli una casa nuova. Ora ha 88 anni e lo ringrazio ogni giorno”.
Poi sul suo amore per l’Italia: “Sono 31 anni che vengo in Italia ogni anno. Amo l’Italia, amo il cibo, siete calorosi e siete gente meravigliosa, io e la mia famiglia siamo innamorati di Portofino, Porto Cervo, Forte dei Marmi”. Magic Johnson ha parlato anche dell’HIV: “Sono passati 31 anni da quel momento in cui ho annunciato di avere l’HIV. Al tempo era tutto diverso: le cure non erano adeguate, la discriminazione era enorme, ma noi siamo riusciti a cambiare molto nella lotta contro l’HIV. Abbiamo fornito alloggi a persone affette dalla malattia, abbiamo messo fine alla discriminazione e al razzismo, non solo negli Stati Uniti d’America ma ovunque nel mondo. Credo che oggi le cose vadano molto meglio”. Su Kareem Abdul-Jabbar: “Eravamo completamente diversi noi due. L’inizio è stato burrascoso, ma siamo diventati grandi amici e compagni di squadra. Lui era il giocatore più dominante della NBA, io ero più leader: per quello è andata così bene fin dall’inizio”.
Spazio anche per un divertente aneddoto sull’ex presidente Barack Obama: “Devo ammettere che è un buon giocatore di basket. Una volta abbiamo giocato alla Casa Bianca e ha segnato il canestro decisivo della partita. Bisogna dargli merito: è un gran giocatore di basket e lo apprezzo anche come uomo. Ero già stato prima alla Casa Bianca, ma con Obama mi sono divertito più che con gli altri”.
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