TORINO – Le immagini (appassionati, giocatori, tecnici, tutti), le prepari (gli allenatori) e poi raramente vanno come previsto. Qualcuno avrebbe detto: “sono i playoff, bellezza”. Di sicuro le serie eancor più di finale, le amiamo come si amano le serie tv. Perché sono racconti ricchi di colpi di scena, imprevedibili e sorprendenti. Uno si aspetta che Milano vinca con la proverbiale difesa-emblema di una squadra con anima e identità corale. E invece l’Armani Exchange nel clamoroso 94-82 di gara-3 sulla Virtus Segafredo Bologna ha infilato appunto 94 punti, colpendo i bianconeri con le armi proprie dei felsinei: contributo generalizzato, rendimento delle stelle, gioco poggiato nei pressi del ferro, attaccando in post e sui tagli a centro area di Melli. La stessa Milano che nei momenti difficili della stagione ha manifestato problemi offensivi, irrigidimenti. E che nelle prime due gare di finale – pur passando una volta a Bologna – aveva segnato 66 e 68 punti. Ma già in tutti i playoff era apparsa più fluida. La medesima Milano che aveva attentato alle strutture dei ferri della Fiera bolognese in gara-1 e 2 (13 e 26,9 per cento da tre punti), ha realizzato il 47,8 dei tentativi da oltre l’arco. Insomma, a chi non l’ha vista potrebbe essere sembrata una partita al contrario. E invece no. Invece nei playoff oltre agli accorgimenti tattici contano un paio di altri fattori, variabili inconoscibili: gli individui e le condizioni fisiche e mentali del collettivo. Milano è in vantaggio 2-1 perché Nicolò Melli ha deciso di attaccare anche individualmente, chiudendo con 22 punti in 20. Stavolta aggressivo in ogni possesso per mettere in difficoltà Shengelia (che ne aveva messi 22 per celebrare il rinnovo biennale in gara-2), o colpire Alibegovic. E con lui, dopo l’avvio straordinario di Shields e Datome, ecco apparire Jerian Grant, nipote, figlio e fratello d’arte Nba, considerato a lungo in stagione un ingaggio sbagliato. Invece giocatore di qualità difensiva, tenuta e nell’occasione anche intraprendente, per 14 punti chiave.
La condizione poi conta e soltanto all’interno delle squadre è nota, perciò le serie finali a capo di stagioni interminabili, non sono leggibili. Milano l’anno scorso era evaporata nella Final Four di Eurolega. Adesso Bologna sembra avere meno energie dopo il trionfo in Eurocup. Pajola e Weems, elementi cardine, sembrano esausti dopo aver tirato la carretta oltre 9 mesi. Hackett è stato stellare, Teodosic è stato attaccato in ogni momento da una Milano in questo aspetto chirurgica come le squadre Nba.Ettore Messina dopo il sucesso ha parlato di semplice capitolo di una serie probabilmente lunga. Se Milano la spunterà domani sera alle 20.30 (tv Rai Sport ed Eurosport 2) nel Forum di nuovo stracolmo di 12.300 magliette e anime rosse, ebbene sul 3-1 crediamo che possa essere assai breve. Ma le finali sono impronosticabili, lo abbiamo appena detto. Ah, il ct Pozzecco ha abbracciato Tommaso Baldasso, esempio di abnegazione e faccia tosta. Come dodicesimo azzurro sempre capace di farsi trovare pronto, un pensierino sul ragazzo torinese e torinista lo faremmo per questa estate. Come lo ha fatto Messina che ha scoperto di poter ruotare 10 giocatori e ottenere risposte positive da tutti.
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