La prima vittoria ha sempre un sapore speciale. Nel day after Williams Padura Diaz, oltretutto, ha un doppio motivo per festeggiare: il 3-0 di Siena si è trasformato anche in un regalo, in anticipo di qualche ora, per il 35mo compleanno. L’italo-cubano, con 15 punti all’attivo, ha apposto il suo timbro sulla prestazione concreta e condita da quel pizzico di sano ed indispensabile cinismo.
LA RISCOSSA – “Mi aspettavo questa risposta dalla squadra. La sconfitta di Castellana Grotte è stata una scossa sul piano mentale. Ci siamo allenati al meglio durante la pausa, abbiamo capito i problemi e ci siamo rimboccati le maniche. E’ tornata la vera Bergamo. Che è paziente, che non fa errori gratuiti e che lotta su ogni pallone. La cosa ancor più gratificante, peraltro, è che abbiamo affrontato nella maniera giusta una avversario in casa propria, alle strette dopo due sconfitte consecutive e che sta già intervenendo sul mercato. Ecco perché è un’affermazione che vale doppio e che ha mostrato di che pasta siamo fatti”.
KO “TERAPEUTICO” A CASTELLANA – “Compagini come la nostra, protagoniste di un’ottima preseason, nonostante una preparazione pesante, solitamente impiegano qualche settimana a carburare. Per noi la sconfitta di Castellana si è rivelata quasi una vittoria perché ci ha fatto capire immediatamente cosa sarebbe servito per lottare al vertice. Meglio aver preso uno schiaffo subito per poi rimetterci in carreggiata. Bergamo lo scorso anno ha vinto due trofei, io ho centrato la promozione in Superlega con Taranto perciò normale cominciare con i favori del pronostico. Lo 0-3 in Puglia ci ha fatto capire che non siamo imbattibili, ma che ci dobbiamo guadagnare tutto pur consapevoli del nostro valore”.
AMARCORD A SIENA – “Per me e per coach Graziosi c’era uno stimolo in più. Tornare da avversari in una piazza storica per la pallavolo italiana, con grande tradizione e nella quale si sono fatte cose importanti (il successo in Coppa Italia ndr) è una motivazione ulteriore. La mia carica e le esultanze devono essere viste come segno di rispetto verso di loro. Per mostrare che si è ancora giocatori capaci di lasciare il segno, pur a distanza di anni da quella bella esperienza”.
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