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Weekend di campionato con quattro sole partite, ma non per questo mancano spettacolo e pathos in Superlega maschile. Se Modena ci mette più di due set a carburare e a trovare il guizzo vincente per continuare la striscia di vittorie, Perugia trita Vibo Valentia e la lascia in una zona di classifica che non le appartiene. Non entusiasma Milano, ma è brava ad avere la maglio su una Padova letale al servizio e mai doma. Va a Verona, infine, lo scontro diretto con Ravenna, che vede mestamente sparire all’orizzonte le minime possibilità di salvezza. Ecco le pagelle della giornata:
Perugia-Vibo. Tutto facile per la corazzata umbra, che dopo l’eccellente debutto in Champions League continua ad asfaltare chiunque trova sulla sua strada. Se Plotnytskyi () non approfitta dell’occasione faticando in attacco e ricezione, è il solito Leon () a trascinare i suoi in attacco e per una volta anche in ricezione. Bene la coppia di centrali in attacco, mentre ancora una volta lascia dubbi la prova di un Rychlicki () apparso in difficoltà quando si tratta di schiacciare.
In casa Vibo continua il momento no: non basta l’assenza di Nishida a spiegare il crollo di una squadra costruita per stupire e migliorare il già ottimo campionato scorso. Douglas Souza () è pressoché impalpabile in campo, così come Mauricio Borges (), che qualcosa in più fa, ma sempre troppo poco. Il muro è inesistente e la regia di Saitta () sembra la copia sbiadita di quella ammirata l’anno scorso.
Milano-Padova. Una Milano non bellissima è brava a mantenere la lucidità nei momenti chiave e a prendersi i 3 punti nonostante una ricezione che fa acqua da tutte le parti. Se Jaeschke () è l’arma in più dei meneghini, manca l’apporto del giapponese Ishikawa (), falloso in tutti i fondamentali. Per un Porro () che ancora fatica a trovare precisione e velocità in certi momenti del match, ci sono un Maiocchi () e un Mosca () che sfruttano alla perfezione i pochi spazi concessi.
Padova si mangia le mani per aver perso uno scontro diretto che avrebbe potuto lanciarla fra le prime 8: nonostante una battuta monstre e un muro chirurgico con un Vitelli () in versione muro di Berlino, manca l’attacco, che si ferma ad un modesto 43%. Zimmerman () è bravo a trovare l’intesa con i suoi laterali, ma al centro fatica e fa sparire Volpato () dal match. In grossa difficoltà anche il giovane libero Gottardo () in ricezione, meglio nel gestire i tocchi di seconda.
Cisterna-Modena. Partita dai due volti a Cisterna, con i pontini bravi a sfruttare l’apatia emiliana ad inizio match, ma che nulla possono quando Bruno e soci decidono di uscire dal torpore domenicale e alzano il ritmo. Solo applausi per la Top Volley, una squadra falcidiata da infortuni da inizio stagione, ma che ben guidata da Baranowicz () trova in Maar () il faro cui aggrapparsi nel corso del match. Molto bene anche Bossi in attacco al centro () ma a muro fatica davvero tanto. Fatica anche il giovane Rinaldi (), non tanto per il modesto 39% in attacco ma per i ben 6 errori gratuiti.
Per Modena una buona prova e soprattutto continua la striscia di vittorie, che è sempre un fattore positivo. Segnali importanti da Nimir (), forse l’osservato numero uno sotto la Ghirlandina… Leal () è come sempre fisico e potente, piace il Mazzone versione 2021 (), non solo attacco ma anche muro.
Verona-Ravenna. Nel match fra i due fanalini di coda gli scaligeri dimostrano che hanno tutte le carte in regola per ambire alla salvezza, e forse anche qualcosa in più, mentre Ravenna alza bandiera bianca e resta desolatamente solitaria sul fondo della classifica. Nel giorno in cui Mozic () fatica più del solito in attacco, è Jensen () a prendersi più responsabilità e palloni. Continua a non convincere il bulgaro Asparuhov (), mentre chi sembra aver fatto finalmente l’ultimo step di crescita è Spirito () che sembra ormai pronto e concreto per provare a riportare Verona nelle zone più alte della classifica.
Ravenna continua a faticare oltremodo in attacco, con Klapwijk () che è tanto encomiabile quanto solitario nell’offrire continuità di rendimento. Ljaftov () è davvero poco consistente, cosi come l’apporto dei centrali.
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