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Pasta, pizza, caffè: potrebbero essere queste le prime tre cose che vengono in mente se si chiede dell’Italia all’estero. D’altronde si sa, nel Belpaese il cibo è una cosa seria. Eppure, in giro per l’Europa, negli ultimi anni abbiamo esportato anche un’altra merce. Un prodotto in cui dimostriamo di saperci fare come pochi: la pallavolo.
Non solo allenatori ma anche giocatrici, come Giulia Carraro del Volero Le Cannet – che ha parlato ai nostri microfoni dei motivi che l’hanno portata a scegliere di nuovo l’estero (dopo la stagione 2014-2015 all’SC Potsdam) e del suo avvio di stagione. Indirizzata dal sapiente lavoro di coach Lorenzo Micelli, la 27enne veneta si è subito messa in luce come una delle migliori palleggiatrici della Ligue A, soprattutto grazie a una buona lucidità in fase di impostazione e alla capacità di spaziare il proprio gioco chiamando in causa tutte le attaccanti. Purtroppo, il suo percorso è stato interrotto la scorsa settimana da un infortunio, le cui conseguenze sono ancora da accertare (l’intervista è stata realizzata in precedenza).
Giulia, com’è nata l’occasione di andare in Francia al Volero Le Cannet e cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida?
““.
Cosa si è portata dietro, a livello individuale e sportivo, dalle sue ultime stagioni in Italia?
““.
Un bilancio dei suoi primi mesi in Francia?
““.
Al di fuori del campo, come procede?
“ (ride, n.d.r.)”.
Quest’anno in Ligue A ci sono ben cinque giocatrici italiane. Come si spiega questo “esodo” verso la Francia?
“(una è la compagna di squadra Francesca Parlangeli, n.d.r.) “.
Qual è il livello della pallavolo francese?
““.
Nella sua testa questo tipo di esperienza è solo una parentesi oppure no?
““.
Cosa le manca di più dell’Italia? E del nostro campionato?
““.
C’è qualcosa che possiamo imparare dai campionati esteri?
““.
Qual è il suo sogno nel cassetto per il prosieguo della carriera?
““.
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