Si trattava di un confronto arduo e carico di insidie, le premesse erano chiare. Il 3-0 rifilato a Pineto una settimana prima era riecheggiato come un evidente segnale del momento super che la banda di coach Tomasello stava attraversando. Una gara, a onor del vero, giocata a viso aperto, che ha visto le squadre in campo battersi a spron battuto e senza esclusione di colpi.
La fame di continuare a stupire, unita ad una freddezza ed un cinismo da grande squadra, ha fatto pendere l’ago della bilancia in favore di Aversa. La compagine campana ci ha creduto davvero e di più, anche dopo un terzo set chiuso dai padroni di casa con 11 punti di scarto.
La Videx ha provato a fare la sua partita, battezzando il match con un approccio forse persino migliore rispetto alle ultime uscite, riuscendo però solo a fasi alterne ad ingabbiare Cester e compagni e pagando a caro prezzo qualche indecisione di troppo nei momenti chiave della gara, come evidenziato da coach Massimiliano Ortenzi al termine del match: “Abbiamo approcciato bene la gara iniziando esattamente come volevamo, spingendo molto al servizio e giocando con molta lucidità. Nel secondo set invece Aversa ha incominciato ad ingranare, trovando anche un buon ritmo al servizio, e da quel momento è venuta fuori una partita diversa, punto a punto – ha proseguito il coach – di fronte alla quale abbiamo sprecato troppe occasioni di contrattacco, specialmente nelle fasi centrali di set quando il risultato era ancora in bilico. Allo stesso tempo è giusto riconoscere che Aversa ci ha creduto dall’inizio alla fine, giocando una gran partita in tutti i fondamentali e restando lucida e compatta anche nei momenti di maggior difficoltà.”
Lo step ulteriore da compiere in un percorso stagionale che sta entrando sempre più nella sua fase cruciale va inquadrato proprio in tal senso: “Quando c’era da soffrire la squadra si è un po’ disunita – ha continuato il coach -. La reazione di fronte ai momenti difficili è un fattore sul quale dobbiamo lavorare perché nelle partite veramente importanti quei momenti lì fanno la differenza. E’ una sfida che dobbiamo porci come squadra e che deve nascere in primis nella testa dei ragazzi perché l’atteggiamento col quale si scende in campo non è un qualcosa che si può allenare. Adesso sta a loro comprendere che ogni partita da qui in avanti sarà una finale e che servirà giocare col piglio di chi non vuol perdere nemmeno un pallone in modo da uscire dal campo senza rimpianti.”
Michael Gambini
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