Incredibile. Incredibile quel che è successo in campo. Incredibile partita. Incredibile il suo esito. “Le roi est mort, vive le roi!” urlavano a Parigi prima della Rivoluzione. Beh, stavolta il Re del Roland Garros è stato sconfitto, per quella che possiamo definire come una nuova Rivoluzione francese. Novak Djokovic è riuscito nell’impresa impossibile, sconfiggere “El Rey” Rafa Nadal sul centrale di Parigi, dopo aver perso il primo set. Non era mai accaduto. Domenica vivremo una finale di Roland Garros senza Rafal Nadal. Dal 2005 era accaduto solo nel 2009, 2015 e 2016. Stavolta però la sconfitta ha un sapore diverso dalle altre. Quella del 2009 fu una sorta di “incidente”, un Soderling tanto ruvido quanto irriverente giocò il match della vita, in una delle più grandi sorprese della storia del gioco. Nel 2015 Nadal era dimesso, tanto forte Novak che lo sconfisse quanto fuori condizione l’iberico. Nel 2016 fu un infortunio a segnare il ritiro del Campionissimo. Ieri sera è andata in scena una storia diversa.
Contro il suo più grande rivale, nella loro 58esima sfida, si è disputata una grande battaglia, come avviene quasi sempre tra di loro. E incredibilmente, nonostante si giocasse sul “rosso”, Djokovic è riuscito a giocare una partita CLAMOROSA per qualità, intensità, stroncando il fortissimo avversario anche sul piano atletico. Cosa mai vista.
Nel film del match, la palla più iconica, quella che resterà nella memoria di tutti, è la volée sbagliata da Rafa nel tiebreak del terzo set. Un punto decisivo, il vero turning point. Aveva condotto lo scambio Rafa, corre avanti a chiudere facile di volo da sinistra. Un colpo che ha giocato milioni di volte e che non sbaglia MAI. Niente. Tensione, troppa sicurezza, un filo di ritardo. Tilt. La palla è colpita in avanzamento con troppo impeto, vuole via un metro. Si mette le mani sul viso Rafa, quasi piangente… ha capito che è un errore decisivo, che il tiebreak è compromesso, che la partita gli sta scivolando via. Djokovic vince il tiebreak, ha una mini pausa all’avvio del terzo e crolla 0-2. È solo il riposo del guerriero. Torna ad imporre di nuovo ritmi e velocità, con 6 game di fila (incredibile, ha rifilato un 6-0 a Rafa sul Centrale di RG!!!!) chiude una bellissima, storica partita.
Nadal abdica. Forse per sempre. Lo vedremo l’anno prossimo. Di sicuro questo è un boccone amarissimo per lo spagnolo, ad un passo dal suo ennesimo trionfo al Bois de Boulogne e 21esimo Slam, quello della gloria assoluta, che ha potuto solo vedere da lontano. Incredibile anche come nella fase finale del match fosse quasi svuotato di energie, in balia di un Djokovic irreale per velocità dei piedi, intensità, focus e cattiveria agonistica.
Dove ha vinto la partita Novak? Quella volée sbagliata da Rafa nel tiebreak ha un peso importante, soprattutto a livello mentale; ma in realtà la partita è andata a prendersela riuscendo a giocare, per la prima volta sulla terra di Parigi, la stessa partita che di “solito” riesce a giocare, e vincere, sul sintetico contro Rafa. Ha anticipato al massimo, si è preso enormi rischi. Ha spinto durissimo sul diritto per poi affondare sul rovescio. Ha servito nemmeno così bene (molto peggio del match contro Berrettini per esempio) ma ha risposto con grandissima profondità e precisione. È stato bravissimo a costringere Nadal a giocare sul proprio ritmo, sulla propria velocità, annullando così quel gap di rotazioni e tempo che di solito aveva fatto girare ogni loro sfida a Parigi a favore di Rafa.
Nadal è scemato come intensità fisica. Già nel durissimo terzo set si è visto chiaramente un certo ritardo nei recuperi sulle palle così veloci, sia quando lo scambio andava dritto per dritto, che negli angoli più acuti. Nadal nelle sue 13 vittorie parigine, alle fine diventata imbattibile perché ne aveva più di tutti, non mollava fino alla fine, costringeva il rivale a prendersi rischi incredibili e lo schiantava sul piano mentale e quindi atletico. Oggi non c’è riuscito perché onestamente “ne aveva di meno”, e perché la velocità e ritmo di Djokovic l’ha messo alle corde troppe volte. Avrebbe forse dovuto verticalizzare di più Nadal, come spesso gli è capitato negli ultimi due anni, quando ha messo in campo un tennis assai più offensivo intuendo che di pura difesa avrebbe rischiato troppo. Ieri sera non c’è riuscito perché Djokovic è stato più rapido, più incisivo, ha governato lui per la maggior parte dei punti il tempo di gioco e comandato con gli schemi che predilige. Sembrava, davvero, una partita giocata più sul cemento che su terra per come si è sviluppata. Una bella partita, giocata con grande lotta, intensità, ma anche moltissimi bei punti, proprio perché si è basata più sulla velocità, sul ritmo, sull’offensività che sulla pura lotta di fisico e rotazione, come invece era accaduto in passato nella maggior parte delle loro sfide sul rosso.
È difficile adesso capire cosa succederà a Nadal. Dovrà digerire una sconfitta amarissima, ma da immenso campione qual è, non credo getterà la spugna. A NY ha dimostrato di saper vincere anche bene, quindi punterà dritto allo Slam della grande mela, o chissà forse anche a Wimbledon, per una reazione di rabbia.
Djokovic sfiderà il fortissimo Tsitsipas di questo 2021 per la seconda coppa dei Moschettieri. Domani mattina presenteremo la loro sfida, e la seguiremo con enorme interesse. In caso di vittoria, si aprirebbero le porte alla chance di un clamoroso Grande Slam. Andiamoci piano. Intanto, di sicuro, in questo 2021 si è innescata una nuova Rivoluzione francese.
Marco Mazzoni
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