Rinderknech: “Le regole proteggono i migliori classificati e a forma di piramide”

Il francese Arthur Rinderknech ha da poco completato la sua scalata alla top 100 del ranking ATP. Una storia particolare la sua, diventato Pro nel 2018 e oggi, a 26 anni, entrato nell’élite del tennis mondiale grazie a buoni risultati e vittorie contro ottimi rivali come Bautista Agut, Jannik Sinner, Filip Krajinovic tra gli altri. Contattato dal media del suo paese TennisActu, Arthur è stato assai critico con il sistema di classifica generale ed in particolare il ranking “congelato” per la pandemia, che a suo dire l’ha penalizzato molto, insieme a tutti i giocatori emergenti che hanno fanno bene negli ultimi mesi.

“Entrare nella top100 è stato un passo avanti importante nella mia carriera, una sensazione che nessuno potrà mai rubarmi. Anche se gioco senza pormi obiettivi di classifica, sono sempre determinato a dare il mio meglio in campo e concentrarmi sul miglioramento del mio gioco per vedere fino a che punto posso spingermi e scoprire di cosa sono capace, non voglio pormi limiti” afferma Rinderknech.

Con il Masters 1000 di Cincinnati il sistema di calcolo del ranking tornerà finalmente alla normalità, ma Arthur si scaglia contro questo sistema, senza mezzi termini: “Le regole sono fatte per proteggere i primi classificati e a forma di piramide. Chiaramente, non ci ha aiutato a crescere. Nonostante ciò, sapevo che se il livello fosse stato costantemente buono, i risultati sarebbero arrivati. La classifica dovrebbe essere strutturata diversamente, quelli posizionati in alto sono troppo protetti”.

Il miglioramento del francese è arrivato, a suo dire, grazie ad una miglior attitudine nel gestire gli sforzi settimana dopo settimana. “Sono stato molto soddisfatto della mie prestazioni nelle ultime settimane. Prima avevo difficoltà a giocare molti tornei di fila, specialmente sulla terra battuta, mentre ora sono riuscito a fare il mini tour estivo sul rosso – Gstaad, Bastad e Kitzbuhel – senza problemi, quindi sono soddisfatto. Ho bisogno di essere intelligente nella gestione delle mie energie, soprattutto mentali, per non esaurirmi troppo presto. Giocherò sicuramente a Winston Salem e poi agli US Open, sarà una nuova esperienza per me, è fantastico”

Marco Mazzoni


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