La pandemia negli USA ha portato ad una crescita della pratica del tennis del 22% nel 2020

Il New York Times ha da poco pubblicato un studio interessante sull’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto nella pratica sportiva negli USA nel 2020. Alcune discipline hanno avuto un vero e proprio tracollo, perché vietate in molti stati da protocolli sanitari, o perché considerate “a rischio” da parte degli appassionati. Su tutti il basket, che pare abbia perso molti praticanti.

Al contrario, secondo la ricerca tennis e golf hanno beneficiato moltissimo della situazione d’emergenza, con un nettissimo aumento dei praticanti da giugno a fine anno. È stata una netta inversione di tendenza, visto che sia il golf che il tennis avevano chiuso le annate precedenti con un calo dei praticanti (sempre secondo studi federali). Probabilmente una certa fetta di società statunitense ha considerato tennis e golf come discipline più sicure, perché da praticare all’aperto, a distanza di sicurezza, in strutture con misure precauzionali efficaci, insieme ad alcuni aggiustamenti per accogliere le nuove direttive del dipartimento della salute (es: molti club hanno tenuto gli spogliatoi chiusi, solo la parte dei campi da gioco aperta).

Secondo lo studio riportato dal quotidiano newyorkese, da giugno a dicembre nel 2020 i courts di golf a livello nazionale hanno visto un aumento del 27% di praticanti, soprattutto da persone “inattive”, ossia che erano fermi senza praticare alcuna disciplina – quindi non tanto uno spostamento da uno sport all’altro.

Il Physical Activity Council, che monitora l’attività in oltre 100 sport e discipline, ha rilevato che la pratica del tennis negli USA è aumentata del 22% nella seconda parte del 2020, con 21,6 milioni di americani che hanno affermato di aver giocato a tennis almeno una volta nel periodo. È stato rilevato che quasi 3 milioni di cittadini USA hanno iniziato a giocare per la prima volta, continuando la pratica nel tempo, e che 3,8 milioni di americani hanno tirato fuori dagli armadi racchette e palline dopo una pausa significativa (oltre 5 anni), con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. Sono numeri importanti, potremmo dire sorprendenti.

L’articolo ha stimolato un piccolo dibattito nel mondo dei club di tennis e delle accademie: come sfruttare d’ora in avanti quest’afflusso imprevisto e notevole di nuovi giocatori o tennisti di ritorno? Come farli continuare a giocare nel tempo, costruendo così una nuova base di giocatori?

Secondo gli studi, l’età media di un tennista USA è di circa 32 anni, ma i professionisti locali hanno affermato che da marzo 2020 sono venuti a giocare nuovi giocatori di tutte le età, sia molto più anziani che giovanissimi.

Mike Woody, direttore nazionale del settore tennis per Genesis Health Clubs (proprietari di oltre una dozzina di strutture dedicate al tennis tra Colorado, Kansas, Iowa, Nebraska e Missouri), ha affermato che la chiave per lo sviluppo e il mantenimento di nuovi giocatori è stata convincerli che lo sport era accessibile per persone di qualsiasi età, anche iniziando da zero da adulti senza necessariamente aver iniziato a giocare da giovani. “Dobbiamo sbarazzarci dell’immagine del tennista come agonista. Dobbiamo dare alle persone l’opportunità di giocare, non di competere, di divertirsi e fare sport sano in totale sicurezza e tranquillità, anche avere senza velleità agonistiche”.

Secondo Woody, nel 2020 c’è stato un vero cambiamento nella spinta ad iniziare la pratica tennistica. Le donne adulte (over 30) erano solite iniziare col tennis soprattutto per l’aspetto sociale, ossia far parte di un gruppo di amici/amiche dopo il lavoro e nei weekend, frequentando un club, prendendo lezioni e coltivando nuove amicizie. Al contrario, gli uomini adulti più spesso iniziavano la pratica tennistica dopo aver cessato altri sport coltivati al college (basket e baseball su tutti) sfruttando la dimensione individuale che aiuta la pratica rispetto agli sport di squadra, riprendendo dopo aver giocato da ragazzi e cercando velocemente la competizione in circuiti locali di vario livello. Con l’avvento delle limitazioni per colpa della pandemia, la stragrande maggioranza dei nuovi giocatori ha scelto il tennis perché sport considerato sicuro e giocato in ambienti controllati.

Un report interessante. Sarebbe ancor più curioso conoscere i numeri riferiti ai neo praticanti giovani in età scolare, e perché no, uno studio del genere in Italia.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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