Fabio Fognini parla del forfait di Matteo Berrettini a Tokyo: “La scelta di Matteo, la sua decisione di dare forfait si ripercuote anche su di me, perché non potrò giocare il doppio. Anche Sinner ha fatto una scelta che non condivido. Io per la maglia azzurra mi sono squartato”

In un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica, Fabio Fognini ha parlato anche del forfait di Matteo Berrettini ai Giochi Olimpici di Tokyo: “La scelta di Matteo, la sua decisione di dare forfait si ripercuote anche su di me, perché non potrò giocare il doppio. Con lui qui le chance di vedere l’Italia sul podio, anche nel singolare, sarebbero state più alte. Matteo sta vivendo un momento speciale, non c’è dubbio
Non voglio commentare, altrimenti vado abbastanza sul polemico… Non so nulla del problema di Matteo dato che io non l’ho più sentito. Ho la mia opinione e la tengo per me. Comunque gli auguro di riprendersi presto”.

“Fisicamente sono a posto e sto colpendo bene la palla, anche se in campo sto vivendo un momento disordinato, diciamo così. Mi è capitato altre volte nei miei 15 annidi carriera. I primi due-tre mesi dopo la vittoria a Montecarlo nel 2019, per esempio, ero smarrito. Dipende solo da me, per fortuna. So come gestirlo. Devo riordinare le idee nella mia testa. Certo, ho 34 anni, che non sono 24… viaggiare molto e tutte queste restrizioni per il Covid stanno pesando un po’ sul mio corpo”.

“Sono un po’ triste, perché non c’è il pubblico. Si farà fatica. Fa un caldo pazzesco. L’Ariake Tennis Park è molto bello: hanno fatto due centrali enormi, e non so quanti campetti di allenamento. Ma il vuoto sugli spalti resta, e non mi piace. “Non so se si può parlare di ripartenza, secondo me questa verrà ricordata semplicemente come ‘l’Olimpiade diversa’: i divieti per il Covid, ogni giorno un tampone, mascherina ovunque, tavoli alla mensa separati dal plexiglas… è una cosa strana. Sono un po’ frastornato perché mi guardo intorno e mi chiedo: che sta succedendo?”.

“Sono venuto a Tokyo nonostante non sia nel mio periodo migliore. Posso uscire al primo turno o vincere una medaglia, in ogni caso so che avrò dato il massimo.
Anche Sinner ha fatto una scelta che non condivido. Io per la maglia azzurra mi sono squartato Nel senso che non mi sono mai tirato indietro.
Però sono decisioni personali, vanno rispettate. Ma non le condivido.
Se vinco la medaglia non mi ritiro subito come Flavia dopo gli Us Open: gioco un anno e poi saluto tutti””.


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