De Sanctis: “Proveremo la Var anche nelle bocce”

Ci siamo, la grande stagione delle bocce si sta per chiudere. “Abbiamo prolungato l’annata-spiega Marco Giunio De Sanctis presidente della Fib-proprio a causa della pandemia. La nostra è una delle Federazioni più grandi e più intense a livello di attività per cui il lavoro è incessante, come sono incessanti le manifestazioni che si svolgono settimanalmente. E stiamo per concludere la stagione con altri eventi importantissimi”.

Quali, presidente?
“I Campionati italiani Assoluti unificati, che comprendono tutte le specialità della Raffa ed alcune del Volo e della Petanque. In sostanza è l’unico campionato attualmente unificato in programma nel nostro splendido centro tecnico federale dell’Eur. La manifestazioni paralimpiche è giusto che al momento vengano gestite autonomamente, in quanto troppo peculiari”.

Poi, c’è Terni…
“Certo, un evento di straordinaria importanza che è lo scontro finale tra i grandi campioni e campionesse dell’anno della Raffa, che si svolgerà appunto a Terni il 4 e 5 dicembre, con una formula molto spettacolare, ovvero due partite agli otto punti e tiri ai pallini in caso di parità, disputate su una corsia soltanto, come accade nel tennis. E soprattutto in quella occasione sperimenteremo una sorta di Var, uno strumento elettronico a disposizione degli arbitri per il controllo delle linee, un problema annoso e mai risolto in tantissimi anni”.

Il 18 dicembre infine, grande festa nelle Marche.
“Sì, a Fano: è il quarantennale del Premio Fib Marche, altro evento clou della stagione. Non l’abbiamo celebrato nel 2020 a causa della pandemia, ma quest’anno abbiamo ritenuto di poterlo svolgere perché c’è il riscontro dei risultati tecnici che servono per premiare il miglior atleta, il miglior tecnico, il miglior dirigente, il miglior arbitro, il miglior giornalista, il miglior sponsor. Il Premio Fib Marche verrà preceduto da consulta e consiglio nazionale il giorno prima. Sarà anche un modo per farsi gli auguri di Natale, quindi riunirsi con tutta la famiglia, la dirigenza nazionale e territoriale”.

Ma ci sono anche aspetti negativi, purtroppo.
“Sì, a fronte di tutto questo, mentre il Cip ha già deliberato il budget del 2022, siamo in attesa di Coni e Sport e Salute, che per ora tace. C’è stata la proroga al 31 gennaio per la presentazione dei preventivi, ma io non vorrei attendere quel periodo perché vorrebbe dire andare in esercizio provvisorio. Pertanto vorrei godermi le feste natalizie insieme alla Federazione con il budget approvato. Speriamo che nella prima settimana di dicembre questo possa avvenire e che il cda di Sport e Salute possa deliberare, ma soprattutto che non ci siano sconvolgimenti di sorta, perché la pandemia ha già creato tanti disagi determinando enormi penalizzazioni, sia a livello di decremento del numero di tesserati e affiliati, sia sotto il profilo economico, oltre alla tanta sofferenza patita dalla nostra federazione per le molteplici perdite di tesserati. Vorrei che almeno le risorse economiche, non essendoci il contributo aggiuntivo quest’anno, sulla base delle entrate per scommesse lecite (circa 90 milioni per gli organismi sportivi 2020), auspico che almeno il contributo annuale sia quantomeno quello dello scorso anno”.

Presidente, lei fa parte della commissione contributi del Coni…
“Sicuramente non potremo incidere per quest’anno ma sarà per il futuro. Stiamo cercando di far comprendere ancora una volta quanto il sistema non funzioni. O si divide, come detto già tante volte, lo sport di alto livello delegato interamente al Coni come vigilanza e come erogazione dei contributi, dallo sport di base, sport sociale e promozionale, delegato dal governo a Sport e Salute, o non si arriverà da nessuna parte, perché c’è soltanto confusione di ruoli e di competenze. Pertanto siamo in attesa. Sono a conoscenza che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha proposto che sia il Coni a formulare l’entità dei contributi e il governo, attraverso Sport e Salute, ad erogarli: è una soluzione che momentaneamente può soddisfare, ma la migliore è quella che io ho propongo da tempo, vale a dire la separazione dei contributi perché nessuno può pensare a tutto. La competenza per l’alto livello deve restare necessariamente al Coni, non possiamo andare a parlare con Enti o organismi che non siano il Coni. Non si capisce perché il Cip mantenga le competenze e il Coni no, e d’altro canto posso capire che il Coni non può pensare anche allo sport scolastico, allo sport di base, allo sport sociale”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml

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