Zandvoort 1985, l’ultima vittoria di Niki Lauda in Formula 1

Finalmente Zandvoort! Il prossimo 5 settembre, la Formula 1 torna a calcare la sabbiosa terra d’Olanda dopo una pausa lunga 36 anni.

Molto è cambiato da quel 25 agosto 1985, giorno in cui si disputa il XXXII Grote Prijs van Nederland, trentesima edizione iridata del GP dei Paesi Bassi. Il circuito, da allora, ha subito profondi mutamenti. L’originario tracciato di Zandvoort (peraltro già modificato all’alba e al tramonto degli Anni ’70), infatti, ha lasciato il posto ad un layout più tortuoso e meno attraente, attualmente lungo 4,259 km.

Più o meno inalterato rispetto al passato, tuttavia, il segmento di tracciato che va dal rettilineo del traguardo al breve allungo successivo alla curva Scheivlak. Questo tratto, pertanto, comprende le iconiche curve Tarzanbocht, Gerlachbocht, HunserugHugenholtzbocht, il tratto Slotemakerbocht/Jan de Wyker e, appunto, la Scheivlak.

Dal 1952 al 1985, il circuito di Zandvoort ha accolto per ben 30 volte il GP dei Paesi Bassi di F1. Il 25 agosto del 1985, va in scena il XXXII Grote Prijs van Nederland. Un GP di importanza storica: non solo esso costituisce — sino al prossimo 5 settembre 2021 — l’ultima edizione del GP dei Paesi Bassi di F1, ma è il teatro dell’ultima vittoria di uno dei massimi esponenti della F1, Niki Lauda.

Le qualifiche vedono primeggiare la Brabham BT54-BMW di Nelson Piquet. Per la Brabham si tratta della 39a ed ultima pole-position in F1. Il campione brasiliano fa sua la pole grazie al tempo di 1’11”074, alla media di 215,370 km/h. La prima fila è completata da Keke Rosberg, 2° su Williams FW10-Honda col crono di 1’11”647, alla media di 213,647 km/h. In seconda fila vi sono Alain Prost e Ayrton Senna: il primo al volante della McLaren Mp4/2B-Porsche (1’11”801, media di 213,189 km/h), il secondo della Lotus 97T-Renault (1’11”837, media di 213,082 km/h).

Sempre veloce Teo Fabi, su Toleman TG185-Hart, autore del 5° tempo in 1’12”310, alla media di 211,698 km/h. Attardato Niki Lauda, solo 10° al via col crono di 1’13”059 (media di 209,518 km/h) al volante della McLaren Mp4/2B-Porsche.

La griglia di partenza è stilata in base ai tempi fatti registrare nella sessione del venerdì; la pioggia caduta il sabato, infatti, impedisce ai piloti di migliorare le prestazioni.

Nel corso del warm-up di domenica, Patrick Tambay incappa in un incidente sul rettilineo del traguardo, causato dal cedimento di una sospensione. Il pilota francese — che aveva firmato il 6° tempo al volante della Renault RE60B — prenderà parte al GP ricorrendo al muletto.

Il meteo, dopo una leggera pioggia mattutina, è clemente. Il vento spira forte sulle sabbiose dune di Zandvoort.

Allo spegnimento del semaforo rosso, Piquet rimane immobile sulla piazzola della pole-position. Fortunatamente, i piloti sono abili ad evitare la Brabham del brasiliano. Anche Thierry Boutsen (8° tempo, Arrows A8-BMW) non riesce a partire. Nel caos della concitata partenza, Fabi si issa in terza posizione e Lauda sale al 5° posto. Rosberg, frattanto, prende la testa della corsa, seguito da Senna.

Dopo pochi chilometri, le Alfa Romeo 184T di Riccardo Patrese e Eddie Cheever sono già ferme: rottura del Turbo. Anche Pierluigi Martini, su Minardi M185-Motori Moderni, deve ritirarsi per incidente. Al 9° passaggio, anche la Ferrari 156/85 di Stefan Johansson cede: rottura del motore.

Nei primi 20 giri di corsa, i ritiri per cedimenti meccanici si susseguono martellanti: al 12° cede la Toleman TG185-Hart di Piercarlo Ghinzani, al 13° la Zakspeed 841 di Jonathan Palmer, al 17° la Ligier JS25-Renault di Jacques Laffite, al 18° è il turno della Toleman di Fabi, al 20° Rosberg abbandona a seguito della rottura del V6 Turbo Honda.

Prost va in testa, seguito da Senna. Ottima la rimonta di Derek Warwick, il quale porta la sua Renault RE60B al 3° posto tra il 21° ed il 27° giro. La rottura del cambio frena le ambizioni del sempre convincente pilota britannico. Intanto, anche Tambay e Andrea De Cesaris (Ligier JS25-Renault) debbono dire addio al GP a seguito di rotture meccaniche.

Lauda, dopo 20 giri, effettua un cambio gomme, montando pneumatici GoodYear di due mescole diverse, la C e la B. Riprende la pista in ottava posizione. Grazie ad una condotta di gara accorta ma aggressiva, Michele Alboreto (Ferrari 156/85) si affaccia nelle prime posizioni, issandosi al 2° posto tra i giri 27 e 31.

La corsa non ha un istante di tregua, le posizioni si alternano rapide e mutevoli, tanto al vertice quanto a centro gruppo e nelle retrovie. Lauda rimonta, Senna si libera di Marc Surer (Brabham BT54-BMW) al giro 29, risalendo la classifica. Al 34° giro è nuovamente in seconda posizione, alle spalle di Lauda. Prost, frattanto, in testa dal 20° al 33° giro, effettua — non senza problemi — il suo pit-stop.

Dopo 46 passaggi, Lauda precede Senna e Prost. Al giro 47, tuttavia, il francese sopravanza il brasiliano della Lotus con una bella manovra: prende la scia all’uscita dell’ultimo curvone, il Pulleveld, per poi scavalcarlo lungo il rettilineo del traguardo.

Alain Prost, scatenato come non mai, acciuffa Niki Lauda a suon di gir veloci. Al 57° passaggio, Prost segna il giro più veloce della gara: 1’16”538 alla media di 199,995 km/h. Gli alfieri del Marlboro McLaren International danno vita ad un acceso duello ravvicinato, nel corso del quale Prost cerca in ogni modo di sopravanzare l’avversario austriaco anche mediante manovre particolarmente ardite. Invano. Lauda, infatti, si difende con intelligenza, freddezza e tenacia.

Le posizioni al vertice non cambiano più, benché la sfida tra Lauda e Prost sia spumeggiante e incerta sino alla bandiera a scacchi.

Lauda vince il GP dei Paesi Bassi completando i 70 giri (circuito di 4,252 km, 297,640 km) in 1h 32m 29,263s, alla media di 193,089 km/h. Prost è 2°, distaccato di appena 2 decimi. Senna chiude sul gradino più basso del podio, a +48,491s da Lauda. Alboreto, partito dalla 16a casella, agguanta un insperato 4° posto, a +48,837s dal vincitore ma nella scia di Senna. Elio De Angelis — 5° su Lotus 97T-Renault, +1 giro — e Nigel Mansell — 6° su Williams FW10-Honda, +1 giro — chiudono la zona punti.

Il GP dei Paesi Bassi 1985 segna anche la rottura del rapporto professionale tra Andrea De Cesaris e la Ligier, ormai al capolinea già dal precedente GP austriaco. De Cesaris tornerà in F1 solo a partire dal GP del Brasile 1986, in seno al Minardi F1 Team.

Per Stefan Bellof, invece, si tratta dell’ultimo GP corso in F1. Il talento tedesco, infatti, perderà la vita il 1 settembre 1985 in occasione della 1000 km di Spa-Francorchamps, al volante della Porsche 956 Gruppo C del team svizzero Brun Motorsport. In quella gara, corre in coppia con Thierry Boutsen. Al GP di Zandvoort 1985, Bellof è al volante della Tyrrell 014-Renault: si ritirerà dopo 39 giri per la rottura del V6 francese.

Niki Lauda, dal canto suo, conquista la sua vittoria numero 25, l’ultima della carriera. Un trionfo maturato in una annata deficitaria per il campione austriaco: la vittoria di Zandvoort, infatti, coinciderà con l’unico podio ottenuto nel 1985. Dal GP di Spagna 1974 al GP dei Paesi Bassi 1985, Lauda ha portato al successo tre costruttori: Ferrari (15 vittorie), Brabham (2 vittorie) e McLaren (8 vittorie), conquistando tre titoli Piloti (1975, 1977, 1984).

Zandvoort, 36 anni dopo: chi sarà il successore di Niki Lauda?

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/nI8myz0GzeI/zandvoort-1985-lultima-vittoria-di-niki-lauda-in-formula-1.php

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