Tra Giovinazzi e Zhou un bel Circus dell’ipocrisia. E la Ferrari piange

#99 Antonio Giovinazzi; Alfa Romeo Racing. Italian GP, Monza 5-8 September 2019

Ipocrisia. La vicenda che ha portato il passaggio di consegne tra il nostro Antonio Giovinazzi e il giovane dragone cinese Guanyu Zhou ha reso onore alla denominazione di Circus spesso accostata al mondo della F1, e non per il carattere itinerante del Paddock, bensì per la folle gestione del caso. In tutto ciò solo l’appiedato ed il neoassunto si salvano, pagando l’incapacità gestionale il primo e la gogna mediatica il secondo.

ZHOU PER GIOVINAZZI, UNA SCELTA GIUSTA?
Si, No, Forse. L’unica cosa realmente giusta è farsi un’idea personale, senza guardare i 26 milioni (più bonus) che porterà il pilota cinese alle casse della scuderia Svizzera. A livello sportivo Zhou non è un signor nessuno, F4 italiane, F3 e terza stagione in F2, nella quale si sta giocando il titolo con l’australiano Oscar Piastri, prossimo anno terzo pilota Alpine. Giovinazzi viene da tre stagioni in Alfa, ragazzo veloce, simpatico ed educato, sembra il figlio che tutte le madri vorrebbero, il suo rendimento parla di tre anni discreti in cui spicca la quinta piazza ottenuta ad Interlagos 2019 e tanti buoni piazzamenti in qualifica.
Nel 2022 cambia il regolamento, Zhou è più giovane, i rapporti tra Giovinazzi e il muretto sono più usurati delle gomme a fine gara (non per colpa di Antonio), quindi ci sono oggettivamente dei buoni motivi per provare una strada diversa, sportivamente parlando.

FRITTATA ALLA VASSEUR
“Non possiamo nascondere che avere un pilota cinese in squadra è un’ottima opportunità per gli sponsor e per tutti in F1. Sicuramente l’arrivo di Zhou è una combinazione di fattori, e non ha solo a che vedere con Antonio, non è sicuramente colpa sua”.
La malizia sta negli occhi di chi legge, certo, ma il buon Vasseur ci mette nelle condizioni di interpretare questo switch di sedili come comandato dai freschi Yuan di Zhou e chiamato dai piani alti della F1. Con queste dichiarazioni inoltre Vasseur minimizza le qualità del pilota cinese e dimostra il disinteresse totale rispetto alle prestazioni sportive del povero Giovinazzi.
La schiettezza del team principal francese sarebbe quasi da apprezzare, se non fosse per il fatto che da mesi stia cercando di distruggere sportivamente e psicologicamente il suo pilota italiano, con strategie folli e un atteggiamento che ha trasformato il muretto dei box in una diga invalicabile di incomprensioni e rancori tra il pilota e la scuderia. Se poi aggiungiamo a tutto questo, il fatto che un concessionario Alfa Romeo di Shanghai abbia anticipato il comunicato della scuderia con un pannello pubblicitario, la vicenda assume le sfumature di una barzelletta.

UN’ALTRA BANDIERA (IN MENO) A MARANELLO
L’effige che la Ferrari usa, ho meglio usava (visto il periodo), portare a Maranello dal paese conquistato grazie ai successi della Rossa nei GP, porta questa volta a riflettere sulla morte politica dell’ex impero di Maranello, che in pratica perde l’appoggio del team satellite Alfa Romeo-Sauber.
‘Riporteremo l’Alfa in F1, un marchio con una storia così non può non esserci, sarà anche una palestra per i giovani piloti Ferrari e sarà anche un importante alleato’. Così Sergio Marchionne aveva anticipato il ritorno del marchio milanese in F1, seppur come sponsor mobile. La Ferrari con il ritorno del Biscione si è vista preventivata anche la possibilità di scegliere uno dei due sedili Alfa, garantendolo ad un giovane della Driver Academy. Tutto cambia con la nascita del gruppo ‘Stellantis’, l’unione Fiat Chrysler – Pegeot, sposta i poli decisionali da Torino a Parigi, ripercuotendosi sugli investimenti in F1, che riducendosi, azzerano il potere decisionale della Rossa sulla scuderia Italo-Svizzera. A mettere il punto esclamativo su questo cambio di passo ci pensa lo Chief Executive Officer di Alfa Romeo Jean Philippe Imparato dichiarando: ‘Prima del pilota italiano viene l’Alfa’. Ecco che la breve love story tra il Biscione ed il Cavallino sembra essere già hai titoli di coda.

TRA BISCIONI E DRAGONI
Un pilota cinese che approda alla scuderia del Biscione e un pilota italiano che si accasa alla scuderia Dragon di Mario Andretti in Formula E. Strane coincidenze, a cui si legano anche le indiscrezioni secondo le quali lo stesso Andretti sembrava negli scorsi mesi essere vicino all’acquisizione del team Alfa Romeo-Sauber, almeno un pezzo di Alfa, con Antonio, Andretti se l’è portato a casa.
Rimangono i tanti sgradevoli commenti del popolo social italiano, che si è sferrato contro l’incolpevole Zhou con epiteti indicibili, anche perchè onestamente quale imprenditore di buon senso non cederebbe alle lusinghe di fondi esteri, acquistando un pilota più giovane in vista di uno storico cambio di regolamento e con la possibilità di aprirsi come marchio Alfa-Romeo al mercato cinese.
Non ci resta che sperare che il tendone del circo si chiuda augurando a Zhou e Giovinazzi un percorso sportivo più luminoso di quello intrapreso da chi ha il compito di gestirli.

Fonte: https://www.circusf1.com/2021/12/tra-giovinazzi-e-zhou-un-bel-circus-dellipocrisia-e-la-ferrari-piange.php

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