Non il cambio, non il semiasse, non il portamozzo: è stato il mozzo posteriore sinistro a cedere sulla macchina di Charles Leclerc domenica prima del via del GP Monaco, negando al pilota monegasco la possibilità di sfruttare la pole position conquistata in modo rocambolesco sabato, con l’urto all’uscita dalle Piscine.
Questo ha dunque accertato la Ferrari, che si è autoassolta per la fragilità non rilevata: dopo un incidente in qualificazione come quello occorso a Leclerc, la macchina non viene smontata tutta pezzo per pezzo, ma solo esaminata nelle parti direttamente coinvolte nell’urto.
Il mozzo posteriore di sinistra non lo era stato, così come non lo era stato quello anteriore sinistro: non c’era alcuna ragione palese per smontarlo e controllarlo, né tantomeno per sostituirlo.
Poi, è chiaro, gli ingegneri dovranno ora lambiccarsi per capire l’origine del cedimento anomalo di quel particolare – molto probabilmente l’impatto con cordolo interno alla esse, o la successiva ricaduta – nell’eventualità di dover rivedere qualche calcolo e rinforzare il pezzo.
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