Hamilton vince, la Red Bull convince! E’ la RB16B la vettura da battere?

Il XVII Bahrain Grand Prix ha inaugurato il 2021 della Formula 1. Una corsa che, come avevamo preannunciato settimane or sono, ha già fatto intravedere quanto il Mondiale appena iniziato sia tutt’altro che scontato e già scritto.

Lewis Hamilton ha vinto il GP ma, in casa Mercedes, i conti non tornano. Se da un lato il pilota inglese ha sfoderato l’ennesima prova maiuscola, dall’altro il team anglo-tedesco non può dirsi del tutto soddisfatto. Ad iniziare dalla strategia.

Hamilton, partito con gomme C3 Yellow Medium usate, è passato a pneumatici nuovi C2 White Hard al giro 13, quindi nuovamente al giro 28 e sino al 56° ed ultimo passaggio. Max Verstappen, invece, partito con gomme C3 Yellow Medium usate, ha effettuato due pit-stop ritardati rispetto all’avversario della Mercedes: gomme C3 Yellow Medium nuove al giro 17, infine C2 White Hard al giro 39.

L’avere a disposizione pneumatici meno stressati nell’ultima parte di gara ha consentito a Verstappen di rimontare secondi su secondi, quindi di affondare l’attacco ad Hamilton.

Un sorpasso riuscito, benché abbia oltrepassato (per chi scrive, in modo lecito) il limite della pista, quindi — secondo i commissari — “tratto vantaggio” dalla manovra. L’eccesso di zelo da parte del team di Milton Keynes, su consiglio dei commissari di gara stessi, ha portato via la vittoria all’olandese, costretto a restituire la posizione all’avversario.

Probabilmente, senza la restituzione della posizione, Verstappen avrebbe almeno tentato di macinare quei secondi preziosi tali da, anche in caso di penalità a fine corsa, conseguire il successo finale.

Valtteri Bottas, dal canto suo, è stato protagonista di una gara anonima, spenta, incolore. Il suo terzo posto è maturato più per mancanza di avversari che per suoi meriti. Il finlandese della Mercedes, inoltre, ha acciuffato il punto aggiuntivo destinato all’autore del giro più veloce in gara: su gomme C3 Yellow Medium usate montate al giro 54, Bottas fa segnare 1’32”090 alla media di 211,56 km/h (giro 56).

La vittoria di Hamilton, il terzo posto di Bottas (nonostante tutto) ed il giro veloce portato a casa da quest’ultimo non devono far pensare ad una Mercedes imbattibile. Tutt’altro.

La Mercedes F1 W12 non ha destato una ottima impressione, tanto per quanto concerne l’aspetto telaistico-aerodinamico, quanto dal punto di vista della power unit, il V6 Turbo-ibrido Mercedes M12 E Performance.

La monoposto si è dimostrata “nervosa” e non priva di sbavature, figlie, probabilmente, di interventi ancora non amalgamati e appieno recepiti dai piloti. È la conferma di quanto sia assai facile peggiorare una vettura perfetta, quale era la F1 W11 del 2020.

L’armata dei motorizzati Mercedes ha convinto solo in parte. Le McLaren MCL35M di Lando Norris e Daniel Ricciardo si sono bene espresse sia in qualifica che in gara (soprattutto Norris, 4° alla bandiera a scacchi).

Le Aston Martin AMR21, invece, sembrano assai involute rispetto alle competitive Racing Point RP20 dalle quali derivano. Lance Stroll ha conquistato faticosamente il 10° posto, Sebastian Vettel è stato autore di un weekend da incubo, mai competitivo e perennemente pasticcione.

La McLaren sembra aver azzeccato la filosofia vincente: aggiornare senza stravolgere la già valida MCL35 del 2020 e aver ben integrato la motorizzazione Mercedes in luogo di quella Renault. Aston Martin, invece, continua a copiare pedissequamente (forse è proprio la Mercedes a consentire quello che ormai appare come un palese travaso di soluzioni speculari) “mamma Mercedes”, difetti compresi.

Chi esce vincitore dal primo GP del 2021? Senza dubbio la Red Bull e, per l’ennesima volta, l’astuto Adrian Newey. Il tecnico britannico ha optato per la continuità: la RB16B non stravolge i concetti della RB16 del 2020, ma ne esalta i pregi correggendone i difetti. Sembra funzionare, a tal proposito, la nuova sospensione posteriore multi-link, la quale prevede anche l’installazione di semiassi particolarmente inclinati.

Modifiche, queste, intese a cesellare l’aerodinamica posteriore della vettura senza, tuttavia, intaccare la funzionalità della sospensione stessa. Al contempo, sembra che il motore Honda RA621H garantisca maggior potenza.

La bontà della Red Bull RB16B è data anche dalla eccellente gara di Sergio Perez. Partito dalla pit-lane dopo lo spegnimento della propria vettura nel corso di giro di riscaldamento (giro di riscaldamento, non “formation lap”…), risale sino alla quinta posizione finale.

Verstappen fa segnare il 2° giro più veloce in gara in 1’33”228 (C2 White Hard, giro 41), Perez il 3° in 1’33”970 (C3 Yellow Medium, giro 44): prestazioni, dunque, che descrivono la bontà globale della Red Bull RB16B-Honda.

Mercedes e Red Bull alla pari? Il primo GP dell’anno ci consegna questo scenario. Anzi, la sensazione è che la Red Bull RB16B sia, nel complesso, più competitiva ed equilibrata della F1 W12.

In ogni caso, si tratta di due monoposto che — seguendo diverse variazioni sul medesimo tema — estremizzano lo stato dell’arte della odierna tecnica Formula 1 in relazione ai correnti regolamenti tecnici.

Il duello Mercedes vs Red Bull sarà il leitmotiv della stagione.

Ed una domanda aleggia sul circus iridato: è la Red Bull RB16B-Honda, ora, la vettura da battere?

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/CbXPLlt07jo/hamilton-vince-la-red-bull-convince-e-la-rb16b-la-vettura-da-battere.php

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