Gp Monaco F1: passa da qui la storia del campionato mondiale 2021

Siamo stati, ancora una volta, ottimi profeti. Monaco non ha tradito le attese, regalando agli appassionati e al pubblico finalmente presente sugli spalti un Gran Premio ricco di contenuti. Un podio “pazzo” quello che ha caratterizzato la 67a edizione del Gran Premio di Monaco.

Sulle strade del Principato, nulla è scontato, parimenti all’andamento del Mondiale 2021. Nessuno, infatti, aveva previsto la clamorosa débâcle delle Mercedes e la estrema competitività della Ferrari. Ma procediamo con ordine.

Iniziamo dai vincitori. La Red Bull RB16B si conferma, nelle mani di Max Verstappen, una vettura temibile in ogni circuito. In particolare, le piste a medio-alto carico esaltano le caratteristiche telaistiche ed aerodinamiche della monoposto tecnicamente curata da Adrian Newey. Il motore Honda RA621H, in tali situazioni, cela al meglio il gap prestazionale che ancora lo separa rispetto alla power unit Mercedes M12 E Performance.

Il pilota olandese è stato perfetto. Complice il prematuro ritiro del pole-man, Charles Leclerc, ha preso il comando della corsa sin dallo spegnimento dei semafori. Alle sue spalle, frattanto, l’altra RB16B-Honda di Sergio Perez metteva a compimento una convincente rimonta, risalendo dal 9° al 4° posto finale, segno di un tanto ottimo quanto costante passo gara.

Ad uscire con le ossa rotte dalla contesa è, clamorosamente, la Mercedes. La F1 W12 è stata la delusione del weekend. In particolare, Lewis Hamilton è stato autore di qualifiche anonime e di un GP altrettanto deficitario: 7° al via, 7° alla bandiera a scacchi, ultimo dei piloti a pieni giri e ormai in procinto di essere doppiato da Verstappen. È Hamilton, grazie al pit-stop eseguito al giro 67 (Red Soft C5), a firmare il giro più veloce in gara, conquistando, pertanto, il prezioso punto aggiuntivo. In un Mondiale giocato punto su punto, anche questi dettagli possono fare la differenza.

Valtteri Bottas, decisamente più competitivo del compagno inglese, è stato vittima di un ritiro più unico che raro: al pit-stop, i meccanici non riescono a svitare il dado (evidentemente dalla filettatura danneggiata) della ruota anteriore destra. Con l’impossibilità di eseguire il pit-stop obbligatorio e di passare dagli pneumatici Red Soft C5 usati a White Hard C3 nuovi (tre di essi erano già stati correttamente montati), il ritiro è stato inevitabile.

La McLaren può dirsi soddisfatta…a metà. Lando Norris ha sfoderato l’ennesima gara poco appariscente ma altamente consistente e concreta: 5° al via, 3° al traguardo. Il talento britannico sfrutta al meglio la sua McLaren MCL35M-Mercedes, approfittando anche dei ritiri di Leclerc e Bottas: massimo risultato col minimo sforzo. Contraltare di Norris è Daniel Ricciardo, “disperso in azione” e mai a proprio agio al volante della vettura di Woking tra i guard-rail monegaschi: 12° al via, 12° alla bandiera a scacchi. E doppiato da Norris stesso.

Quello conquistato da Norris, peraltro, è il primo podio di una livrea Gulf in Formula 1. Un bel primato, non v’è dubbio.

Sebastian Vettel — 5° su Aston Martin AMR21-Mercedes — e Pierre Gasly  — 6° su Alpha Tauri AT02-Honda — costituiscono altre note positive emerse in quel di Monaco. In particolare, il campione tedesco ha ritrovato, almeno sulle strade del Principato, verve e competitività al volante di una monoposto nettamente involuta rispetto alla sincera Racing Point RP20 dello scorso anno.

La Scuderia Ferrari esce rigenerata dall’appuntamento monegasco. Charles Leclerc, Carlos Sainz e la SF21 hanno, finalmente, tirato fuori artigli felini e attaccato la preda. Sainz, in particolare, ha offerto una gara priva di sbavature, condita da un passo a dir poco eccellente. Il suo 2° posto finale — a soli 8 secondi da Verstappen — vale oro.

Leclerc, autore della pole-position, non ha preso parte al GP. È, questa, la nota stonata all’interno di un weekend che poteva vedere due Ferrari sul podio.

Mattia Binotto, Team Principal della scuderia di Maranello, parla di “rottura strana”. In effetti, il danno riscontrato nel corso dei giri di allineamento si è verificato sul lato sinistro della vettura, quello — pertanto — non coinvolto direttamente nell’incidente di sabato, il quale ha visto Leclerc colpire le barriere alle Piscine. Il guasto sembra riguardare il semiasse sinistro, mozzo o portamozzo del medesimo lato: nelle prossime ore, ne sapremo di più.

Cosa avrebbe dovuto fare la Ferrari? I processi “col senno del poi” si scatenano. La sostituzione di tutta la trasmissione avrebbe comportato la penalità di 5 posizioni in griglia di partenza. Pur di conservare e preservare la pole-position (vitale a Monaco), il cambio — a quanto pare non danneggiato — non è stato sostituito: così avrebbero agito tutti.

Qualcosa è sfuggito durante la riparazione dell’auto? E’ stato davvero il crash di sabato a provocare la microfrattura che, in seguito, ha causato il cedimento del portamozzo sinistro? Forse. O si tratta di un danno indipendente rispetto all’incidente occorso durante il Q3? Non possiamo escluderlo. Fatto è che, in caso di incidente, è possibile sostituire solo le parti danneggiate (il regime di parco chiuso è spietato): il lato sinistro della vettura sembrava integro. Potrebbe trattarsi, in definitiva, di una pura coincidenza: quel semiasse/portamozzo, secondo questa ipotesi, avrebbe ceduto anche se Leclerc non avesse avuto l’incidente.

Il rammarico per l’occasione sfumata, tuttavia, deve lasciare il posto ad alcune certezze tecniche: la SF21 si è dimostrata altamente competitiva. Ciò significa che, in piste dalle caratteristiche simili a quelle riscontrabili sul tracciato cittadino di Monte Carlo, la monoposto del Cavallino può recitare un ruolo da protagonista.

Hungaroring, Marina Bay (Singapore), Yas Marina (Abu Dhabi), ad esempio, potrebbero rivelarsi congeniali alle peculiarità tecniche della SF21, auto contraddistinta dalla ottima trazione e da un notevole drag (a scapito, però, della efficienza aerodinamica). Infine, la ancora “scarsa” (se paragonata alla concorrenza) cavalleria del motore viene ben camuffata in circuiti lenti e tortuosi come e simili a quello del Principato.

Zandvoort (Paesi Bassi) ed il cittadino di Djeddah (Arabia Saudita) rappresenteranno incognite per team e piloti: sarà fondamentale, quindi, sapersi adattare ai nuovi tracciati sin dalle prime sessioni di Libere.

All’indomani del GP di Monaco, Verstappen comanda la classifica con 105 punti. Hamilton, 2°, è a quota 101; Norris, 3°, ha un bottino di 56 punti. La Red Bull (149) scavalca la Mercedes (148) anche nella graduatoria Costruttori; McLaren è terza a quota 80, la Ferrari, quarta, sale a 78.

Il GP di Monaco ha scritto riscritto la storia del Mondiale di F1 2021 e, più in generale, la storia della F1. Il duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton è e sarà vivo ed equilibrato. Punto su punto. Gli outsider a fare da ago della bilancia.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/BN6CE3kURTY/gp-monaco-f1-passa-da-qui-la-storia-del-campionato-mondiale-2021.php

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