F1: il primo maggio di 27 anni fa la scomparsa di Ayrton Senna

ROMA – Il 1° maggio, per gli amanti del mondo dei motori, rappresenta una data triste, un giorno che ha lasciato un vuoto nella Formula 1 e che, a distanza di 27 anni, si fa ancora fatica a colmare. Il 1° maggio 1994, infatti, Ayrton Senna perdeva la vita a Imola, vittima di un terribile incidente neanche 24 ore dopo la morte di un altro pilota, l’austriaco Roland Ratzenberger, schiantatosi a oltre 300 km/h alla curva intitolata a Villeneuve. Non avrebbe voluto correre il tre volte campione del mondo, ancora scosso da quanto accaduto il giorno precedente in pista, ma nessuno sfugge al propri destino. E così, il 1° maggio 1994, la vita di Ayrton Senna si spense durante il 7° giro della gara di Imola quando la sua Williams, a causa del cedimento del piantone dello sterzo, sbattè violentemente alla curva del Tamburello.Una tragedia capace di colpire e scuotere il mondo della Formula 1, quella di Roland Ratzenberger e di Ayrton Senna, che dopo quel terribile weekend si trovò ad interrogarsi sulla pericolosità del motorsport. Il brasiliano aveva 34 anni e tre mondiali già vinti, nel suo abitacolo venne trovata una bandiera austriaca: avrebbe voluto rendere omaggio al collega, ma il destino è stato più forte.

Un’icona in F1

A Senna, però, sono legate alcune delle immagini più iconiche della Formula 1: l’esordio nel GP di casa con la Toleman e la sua abilità sul bagnato, un rapporto di odio e amore con la McLaren e una rivalità con Alain Prost destinata a fare la storia, poi il passaggio alla Williams per quella prima e unica maledetta stagione durata appena 3 gare. Più dei successi in pista, dei numeri e dei record, però, il segno lasciato da Senna sta tutto nel suo funerale quando, a San Paolo del Brasile, un milione di persone deciseor di accompagnare il feretro in processione per 17 chilometri, la distanza che separa il palazzo del Parlamento dove era stata allestita la camera ardente, fino al cimitero di Morumbi, dove Senna è stato seppellito. Un gesto che testimonia l’impronta lasciata non solo dal pilota, ma anche dall’uomo, nella storia del motorsport.


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/formula-1

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