Anche a casa nostra il trend dell’Alfa Romeo non si inverte. Un week-end da protagonista assoluta, rovinato nuovamente da una gara condizionata dagli episodi. La vittima, tanto per cambiare, è sempre Antonio Giovinazzi. Ma questa volta non è solo sfortuna: sì, perché l’incidente al primo giro con Carlos Sainz è più frutto della foga del pilota pugliese, che aveva per le mani un’occasione unica di portare a casa un risultato di prestigio. E invece, ancora una volta il responso è impietoso, come già diverse volte è accaduto in stagione. Solo che stavolta fa più male, perché potrebbe essere un momento decisivo per il futuro di Giovi in F1.
Il fine settimana olandese aveva destato sensazioni molto positive sulla vettura, e in tal senso il Gran Premio d’Italia non è stato da meno. La C-41 ha mantenuto un livello di prestazioni molto elevato, se possibile migliorando ulteriormente il proprio comportamento in pista rispetto a Zandvoort. Infatti, i rettilinei di Monza hanno messo in luce il potenziale motoristico dell’Alfa, frutto del solito assetto molto scarico già visto in diverse occasioni. Questo ha favorito il raggiungimento di velocità di punte elevate, componente fondamentale per il circuito brianzolo. E il risultato delle qualifiche testimonia la bontà di questa scelta, visto il settimo posto di Giovinazzi.
E dire che la partenza del pilota scuola Ferrari era stata eccezionale, come tutto il fine settimana d’altronde: scatto bruciante, attacco a Sainz e sorpasso che era valso momentaneamente il sesto posto. Tutto, però, prima del fattaccio alla Seconda Variante. La voglia di Giovinazzi di difendere la posizione l’ha portato a superare il limite, tagliando la chicane e rientrando in pista con un pizzico di foga in più, ma sufficiente a indurre al contatto con lo spagnolo ferrarista. Ripartenza dal fondo, cinque secondi di penalità e gara compromessa. Un film, purtroppo, già visto in questo mondiale. Solo che ora gli errori valgono doppio: la pressione del TP Vasseur per sostituire il pilota italiano è sempre più alta, e dargli ulteriori motivi per farlo non è concesso. Per questa ragione, già in Russia servirà un’inversione di marcia netta, perché il tempo inizia ad essere poco, e convincere il Team Principal appare sempre più difficile. Menzione per Robert Kubica: ancora sostituto di Kimi Raikkonen, il polacco ha fatto quello che doveva fare, chiudendo appena dietro al compagno di squadra. Ordinaria amministrazione, in attesa del ritorno di Iceman in terra sovietica.
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