Il Paul Ricard è stato lo scenario di un GP che ha visto numerosi cambi di passo nel corso del weekend. Non solo il caso emblematico di Ferrari, ma anche le squadre di centro gruppo si sono viste spaiare le carte in tavola fra la prima parte del fine settimana e la gara. Complici sono state le condizioni dell’asfalto differenti e il conseguente utilizzo delle gomme, evidenziando però i diversi comportamenti dei team proprio in orizzonti come quello della gestione degli pneumatici.
Nel mondiale di centro gruppo, che esclude Mercedes, Red Bull e Ferrari, è la McLaren che torna a farla da padrona, dopo una gara da cui ne è stato ricavato il massimo punteggio.
L’inizio del fine settimana per il team di Woking non si era rivelato tale da lasciar presagire quello che poi è stato il risultato sotto alla bandiera a scacchi. Infatti dalle prime sessioni in pista la McLaren aveva evidenziato qualche difficoltà di adattamento ad un circuito sulla carta favorevole alle caratteristiche della MCL35M. La qualifica ha poi ribadito le sensazioni complicate con una qualificazione per il Q3 che però non aveva regalato molto di più in termini di prestazioni sul giro secco. La vera svolta è arrivata in regime di gara, dove Norris e Ricciardo hanno avuto fra le mani una monoposto che gli ha permesso di disputare una condotta di gara in costante crescita. Una dimostrazione della perfetta gestione delle gomme l’ha data Lando Norris, grazie al lungo stint iniziale di 24 giri su gomma media, cosa impensabile per il resto del gruppo. Il solo Perez le ha tenute così a lungo. Le menzioni positive vanno anche al compagno che sul tracciato francese ha fatto passi avanti in termini di feeling con la vettura. Le tante mosse compiute dall’australiano in pista hanno evidenziato come il processo di assimilazione della macchina stia dando i primi frutti.
Un processo di crescita simile nel corso del weekend, se non di portata maggiore, lo ha intrapreso l’Aston Martin. Nel corso del GP ha mostrato un nuovo volto di sè rispetto a quanto si era visto fino alla qualifica, riportando alla mente quanto messo in luce a Baku due settimane fa. Al sabato la qualifica aveva relegato le due vetture inglese al di fuori dalla top 10, soprattutto con Lance Stroll che aveva concluso la sessione senza nemmeno un giro buono in tasca, a causa della bandiera rossa provocata da Mick Schumacher in Q1. Questi riscontri mixati con le sensazioni che avevano chiuso il venerdì, avevano destato qualche preoccupazione. Gli incubi di inizio stagione sono però stati scongiurati sin da subito, quando i due piloti di casa Aston hanno iniziato ad anellare giro dopo giro, un passo incredibilmente costante che non ha mai risentito della perdita di presentazione. Sia nel primo stint su gomma hard, che nel secondo sulla mescola media, Vettel e Stroll si sono trovati a proprio agio con la macchina, senza risentire in maniera evidente dei problemi di graining che hanno coinvolto gran parte della griglia. Questa è una dimostrazione importante di come il cambio di passo sia evidente rispetto alle prime gare del campionato. La sinergia fra pista e lavoro in sede sta iniziando a pagare in termini di risultati; resta ancora da aggiustare il ritmo sul giro secco.
Chi ha sofferto non poco in termini di gestione gomme è l’Alpine che ha fatto parte dei team che hanno dovuto affrontare le difficoltà del degrado consistente delle coperture. Le prime sessioni in pista avevano lanciato segnali importanti in termini di velocità e adattamento al circuito. Infatti in tutte le sessioni di libere, entrambe le monoposto di bandiera francese si erano piazzate all’interno della top 10. Esteban Ocon ha sofferto non poco nella gara in cui è sceso in pista fresco di rinnovo triennale. La strategia di allungare il primo stint su gomma hard fino al trentottesimo giro non è bastato per contrastare la delusione del sabato, quando era stato estromesso dal Q3 per meno di un decimo. Continua ad essere costante Fernando Alonso che nonostante le condizioni complesse, ha messo in campo la sua esperienza per portare a casa nuovamente punti importanti in ottica campionato. È emersa la grinta e l’esperienza sottoforma di valutazioni a caldo, evidenziando persino da sotto la visiera, come il problema con le gomme fosse un qualcosa di condiviso con gli altri piloti.
È un bilancio positivo da parte dell’AlphaTauri che si prepara al doppio appuntamento in Austria con buone sensazioni raccolte anche in condizioni non ottimali al Paul Ricard. Infatti sia in qualifica che in gara sono state espresse delle prestazioni solide. Ad esprimere il massimo ancora una volta è Pierre Gasly che è una certezza per la squadra faentina, esprimendo velocità sul giro in qualifica e consistenza nel ritmo gara. Il salto di qualità è evidente, ormai è un top driver a tutti gli effetti, un pilota veloce ma che ricopre un ruolo importante in veste di uomo squadra. Tornando al fine settimana in Francia, resta qualche rimpianto pensando all’errore di Yuki Tsunoda in qualifica. Infatti il botto in Q1 ha negato un possibile doppio piazzamento in top 10, vista la rimonta del giapponese, scattato dalla pit lane. Il buon ritmo anche in condizioni non usuali lascia però un buon sapore in bocca, in vista della lotta serrata del midfield che continuerà fino al termine del campionato.
Per l’Alfa Romeo Racing è stato un weekend in cui replicare i risultati di Monaco e Baku non sarebbe stato semplice. La strategia che ha visto Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen iniziare il GP sulla mescola più dura non si è rivelata un effettivo vantaggio. Soltanto lo stint finale sulla media ha dato qualche segnale incoraggiante ma non sufficiente per un risultato utile. Gli sguardi sono puntati verso la doppia tappa su un circuito dove storicamente il team italo-svizzero si è ben comportato.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/K5AW-4yNP8M/f1-gp-francia-mclaren-e-aston-martin-interpretano-al-meglio-le-gomme.php
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