Le ali flessibili non passano mai di moda. Se ne parla ormai da oltre un decennio, ma a evolvere finora è stata l’abilità dei tecnici nel nascondere il fenomeno, grazie soprattutto a materiali a memoria di forma sempre più evoluti.
Il concetto è semplice e parte dal difficile compromesso che devono trovare le squadre nel progettare ali che garantiscano il massimo carico aerodinamico, ma penalizzino il meno possibile in rettilineo e nei tratti veloci, dove quelle caratteristiche si trasformano in “drag”, cioè resistenza all’avanzamento. Uno degli esempi più semplici da additare è la Ferrari SF1000 del 2020, perdente perché aveva sì un gran carico aerodinamico, ma risultava poi “ferma” nelle velocità di punta.
L’ideale sarebbe avere tanta ala nei tratti lenti dove serve carico aerodinamico, e poca nei tratti veloci… appunto, ecco perché da oltre dieci anni un po’ tutti i team hanno cercato di creare ali che rispettassero i test di flessibilità statici effettuati dalla FIA, ma poi con la macchina in movimento continuassero a flettere, tornando ovviamente alla forma originaria una volta ferme. Maestra in questo campo è stata la Red Bull ed evidentemente lo è ancora visto che Lewis Hamilton a Barcellona, seguendo la RB16B di Max Verstappen, ha notato una flessibilità a suo dire eccessiva dell’ala posteriore e l’ha segnalata.
La FIA attraverso il suo responsabile aerodinamico Nick Tombazis ha deciso di intervenire e dal 15 giugno, quindi a partire dal GP di Francia (25-27 giugno), tutti i test di carico verranno resi più severi. Negli attuali test che prevedono carichi di 750 Nm verranno applicate forze anche di 1000 Nm, e la tolleranza alla flessibilità diminuirà (è evidente che un minimo di flessibilità strutturale vada ammessa: le parti sono sono certo in acciaio).
La FIA ha sospetti su sei team, presumibilmente Red Bull, Mercedes, Ferrari, McLaren, Aston Martin e Alpha Tauri. La misura non sarà immediata per dare il tempo alle squadre di rifare i calcoli di progettazione e mandare in produzione i nuovi pezzi.
«Faremo la massima attenzione a qualsiasi comportamento anomalo della deformazione dell’ala posteriore – ha detto Tombazis – La Federazione è consapevole che alcune ali posteriori, pur superando i test, sopportino flessioni eccessive con l’auto in movimento».
Anche le varie camere-car a bordo verranno utilizzate dalla FIA per verificare l’osservanza delle norme.
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