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I brividi sono tutti a Padova, dove Trento dopo una maratona di oltre due ore e mezza sconfigge una grande Kioene. Per il resto pronostici rispettati nella settima giornata di ritorno di Superlega. Modena vince, dilagando nel confronto contro Milano, e forse le proporzioni del successo sono l’unica sorpresa. Civitanova doma in tre set una timida Consar, mentre Perugia impiega un set in più per avere la meglio su Piacenza. Scendendo in classifica, vittoria importante per Cisterna contro il fanalino di coda Sora, così come Verona vincendo la gara contro Vibo allunga e riapre la corsa per i play off scudetto.
IL TOP:
Civitanova, con Ravenna no problem. Il solito gioco cubano è la ricetta per il cocktail perfetto. Anche stasera Juantorena (11 punti) e Simon (16 punti) illuminano la scena, coadiuvati da un Bruno impeccabile. Kovar (9 punti) non fa pesare l’assenza di Leal, mentre Balaso è l’antidoto a tutti i tentativi di Ravenna di imporre i suoi colpi. Primato confermato e ora si attende il guizzo per ritornare in solitaria.
Perugia, contro Piacenza è una questione di singoli. De Cecco dirige l’orchestra (e forse si prepara ai saluti di fine stagione), ma è un’esibizione da singoli quella di domenica. Dopo il primo set, Perugia cala i suoi assi, a cominciare da Leon (18 punti) e da un centro che, con Russo in versione monster block (4 muri e 12 punti totali) e Podrascanin (10 punti) come certezza, risulta determinante per la vittoria. Bellissima prova di Hoogendorn (10 punti) che si prende MVP e 100% in attacco. E Perugia per ora agguanta la vetta.
Modena e una grande domenica contro Milano. Non c’è nemmeno bisogno di uno straordinario Zaytsev per battere questa Powervolley. La compattezza e la bella prestazione in regia di Christenson, rinvigorito dal rinnovo contrattuale, è un’iniezione di fiducia per tutti. Primeggiano Bednorz (15 punti) e Anderson (16 punti) che nei momenti caldi del primo parziale, unico della gara in equilibrio, tengono il ritmo del solito Zar. Ed ora la classifica per Giani e company è decisamente più sorridente, soprattutto dopo aver battuto una competitor importante.
Trento, meno male che Grebennikov c’è. Salva l’Itas da una clamorosa seconda sconfitta contro Padova. È il libero il mattatore della serata e l’MVP che Trento urla a gran voce. Con una squadra al completo, Lorenzetti piazza un Kovacevic (20 punti) efficace ma non decisivo e un Russell che assieme a Vettori (17 punti per entrambi) colgono bene l’aggressività della gara. C’è ancora qualche aggiustatina da fare per l’Itas, ma la strada sembra in discesa ora che la squadra è rientrata nei ranghi.
Verona risorge dalle sue ceneri. Dopo alcune settimane no, contro Vibo è stata una gara apertissima, risolta da una grande prestazione di Boyer (25 punti ed MVP) che negli ultimi due set risulta sempre decisivo. Bene le bande con Asparuhov (19 punti) e Muagututia (17 punti), mentre decisivo è anche il centrale Solé con tre muri che fanno morale. Ed ora, pare con il gradito ritorno di Matej Kaziyski, Verona potrebbe continuare a scalare posizioni. Si vedrà.
Cisterna vince contro Sora e supera Vibo. Con un Cavaccini super (MVP) e con un Patry (26 punti) che annulla tutti i tentativi d’assalto della Globo, Cisterna torna a sorridere. Funziona l’accoppiata Sottile-Patry ma anche Van Garderen (15 punti e 3 muri) difende il titolo di bomber della squadra. Menzione speciale per Swarcz (12 punti) che al centro è finalmente coinvolto attivamente nel ruolo. Con questo assetto le vittorie per Cisterna potrebbero non fermarsi a 4.
Padova perde, ma non è un flop. Due ore e mezza, e nonostante la sconfitta esce tra gli applausi dei migliaia di tifosi della Kioene Arena. Hernandez (31 punti e 58%in attacco) tiene testa ai ben più corazzati trentini. Travica esalta i 24 punti, 12 a testa dei suoi centraloni di fiducia Volpato e Polo, che meglio di così quest’anno sarebbe troppo da chiedere. Padova perde ma c’è tutta e con Ishikawa (19 punti) così spedito potrebbe rivelarsi l’avversaria peggiore da affrontare in un eventuale playoff.
IL FLOP:
Milano, che succede? Troppo facile la vita di Modena ieri e troppo arrendevoli in campo i soldati del comandante Piazza. Saranno le news di mercato, sarà la stanchezza, ma stavolta sembra che gli ingranaggi non siano oleati come sempre. Abdel-Aziz fa 15 punti ma non è il solito, e Clevenot (14 punti) è l’unico che prova a reggere il confronto, assieme a un Alletti che a muro cerca di contrastare la furia di Modena. È questione di settimane o la magia del progetto Milano è arrivata al capolinea?
Vibo parte bene, poi si spegne. Decolla con un Dramé Neto (29 punti) incredibile, poi si spegne sempre sui finali di set lasciando l’intera posta a Verona. Funziona il trittico a muro Mengozzi-Dramé-Chinenyeze (quest’ultimo con 12 punti all’attivo) con 10 block vincenti, mentre a spegnersi sono la difesa e la concentrazione di Carle (11 punti) nei momenti topici della gara. Peccato. Poteva essere un sabato diverso.
Brava Piacenza, ma non basta. Inizia benissimo, con alcuni guizzi di Kooy (16 punti) che portano il vantaggio. Poi Perugia si afferma con la sua forza e la Gas Sales, nonostante un buon approccio alla gara, si lascia sconfiggere dalla seconda del campionato. Oggi gli alibi ci sono tutti. Berger (13 punti) fa bene, ma Leon è sempre sopra, e forse il problema è una richiesta di avere più Nelli (9 punti) dove serve un opposto a regime. Si riparte da questo.
Ravenna, contro Civitanova niente di più. Prova in ogni set ad impostare un gioco efficace, ma contro la capolista quest’anno la Consar può rimediare ben poco. Finisce con un Lavia (12 punti) spavaldo nei primi due parziali e con un Ter Horst (8 punti) che non gioca la sua miglior gara. I play off rimangono sempre un obiettivo ma ora la concorrenza appare più spietata.
Sora, diciassettesimo ko nel derby. I tentativi di riscossa della Globo sono lodevoli anche stasera, ma Latina dilaga ad eccezione del terzo set, dove tra Joao Rafael (13 punti) e uno scatenato Van Tilburg (12 punti) Sora mostra le unghie e graffia la Top Volley. C’è ancora però troppa arrendevolezza, vedi il primo e il quarto set, in cui gli ospiti devono sempre inseguire. Caneschi aiuta a muro (2 punti), ma è tutto in quantità troppo limitata per pensare al successo.
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