Marco Falaschi e l’avventura dell’AIP: “Saremo lo spogliatoio d’Italia”

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In questo periodo difficile, in cui la pallavolo giocata ha dovuto fare un passo indietro e confrontarsi con le problematiche legate al coronavirus e alla crisi economica conseguente, cercando soluzioni nuove e innovative per reperire risorse e ripartire in sicurezza, gli atleti e le atlete non sono stati con le mani in mano. Di riunione in riunione sono state create le basi per la nascita di una nuova associazione degli atleti, l’AIP, che nella testa dei suoi ideatori e fondatori deve essere un ponte con la vecchia Aipav e una nuova idea di associazione, volta a tutelare e promuovere gli interessi di una categoria che – pur essendo l’attrice protagonista – molte volte è stata solo figurante nella stanza dei bottoni.

Ne abbiamo parlato con Marco Falaschi, neo palleggiatore della Cucine Lube Civitanova e fra i soci fondatori del progetto AIP.

Venerdi c’è stata la presentazione ufficiale a Roma, quali sono i primi passi che affronterete?

““.

Già nel 2009, all’epoca della crisi economica, si era provato a costituire una associazione, ma ben presto è naufragata… cosa ne pensa?

““.

Marco Falaschi (Foto Emma Villas Aubay Siena)

Interessante, ci spieghi meglio questo “passaggio di consegne” dai Big ad una base più ampia….

““.

Com’è andata nel dettaglio?

““.

Il passaggio al professionismo è fra i vostri obiettivi?

““.

Quindi non sarete solo un’Associazione per gli atleti stipendiati, ma volete diventare una sorta di mamma per tutti gli atleti di pallavolo…

““.

Giorgio De Togni firma l’atto costitutivo dell’Associazione (Foto AIP)

Tornando indietro al 2009, all’epoca ci si scontrò contro l’ignavia e il disinteresse di tanti giocatori, soprattutto di quelli delle serie minori che non erano forse pronti a farsi aiutare. Cosa pensate di fare per “reclutare” atleti?

““.

Come vedete i rapporti con Fipav e Leghe? Crede che finalmente i tempi siano maturi per poter essere ascoltati?

““.

In conclusione di questa piacevole chiacchierata, se potesse fare uno spot per invogliare i tuoi colleghi ad iscriversi, quale messaggio vorrebbe veicolare?

““.

Insomma, mai come questa volta, l’unione fa la forza! E speriamo che finalmente sia giunto il momento di vedere atlete e atleti legittimati a parlare e confrontarsi per il bene del nostro amato sport.

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