I 1000 della Juventus e la guerra dei club per riaprire gli stadi

La Juventus vorrebbe tanto fare da apripista: ha chiesto la possibilità di ospitare 1000 tifosi, in uno stadio che ne contiene 41.000, per domenica prossima quando esordirà in casa contro la Sampdoria in campionato. Andrea Agnelli non lo ha fatto per questioni economiche: la Juventus ogni gara casalinga incassa dai 2,5 milioni a quasi cinque. Con mille spettatori non farebbe certo un grosso incasso: ma è una richiesta simbolica per venire incontro ai suoi tifosi, pure in una minima parte, ma anche alle esigenze degli sponsor. I tifosi sarebbero sparpagliati negli stadio senza possibilità di entrare in contatto fra loro. La Juve, che aveva già studiato il problema in giugno, si era accordata con la Regione Piemonte, via libera dal Governatore Cio per 8.000 tifosi a partita. Poi è arrivato il dpcm del governo che stoppa tutto sino al 7 ottobre, quindi zero spettatori per le prime tre giornate di campionato (vedi Spy Calcio del 9 settembre). Molto probabile, quasi certo forse, che alla Juve vengano negati anche i 1.000 simbolici. Bisognerà aspettare il prossimo dpcm, in arrivo dopo il 7 ottobre, bisognerà aspettare per vedere se e quando la curva dei contagi risalirà dopo l’apertura delle scuole. Il Cts è fortemente contrario a riaprire gli stadi, ritiene non solo che le scuole siano una priorità ma che sia impossibile controllare negli stadi i flussi di entrata-uscita e il distanziamento in tribuna. Non basta il fatto che tutti avrebbero le mascherine (che controlla poi se le tengono?) . Se ne riparla quindi verso il 10 ottobre: i club si augurano in una riapertura, seppur parziale, per il quarto turno di campionato, 13 e 14 ottobre quando è previsto il derby di Milano. La Lega di serie A sperava di avere qualche spettatore addirittura nelle ultime due giornate della passata stagione (luglio-agosto), ora ha presentato un piano dettagliato, stadio per stadio, per avere il via libera almeno al 30-40 per cento della capienza. I presidenti sono sul piede di guerra: Aurelio De Laurentiis ha minacciato di denunciare il Cts, ma certo il suo comportamento in occasione della scorsa assemblea di Lega non giova a livello di immagine.

Ma ci sono anche altri presidenti che sostengono: “Qualcuno dovrà pure pagare il conto prima o poi… Il Parma ha avuto 1.000 spettatori per un’amichevole, ma non ne può avere 1.000 nello stesso stadio per il campionato, è assurdo”. Ma per il governo, almeno per ora, si può aprire per un singolo evento ma non per una manifestazione continuativa come appunto è il campionato. Certo, se a metà ottobre le cose non cambiassero, allora ci potrebbe essere la rivolta dei club. Anche la Federazione con il suo presidente Gabriele Gravina segue questa situazione con estrema attenzione. “A Mugello c’era un pubblico accettabile, così come a Misano e come ci sarà a Imola per i Mondiali di ciclismo. Per gli stadi invece non si è trovata una soluzione tra le istanze legittime e doverose da parte del mondo del calcio e le istituzioni: il nodo ruota attorno alle indicazioni del Cts”. Sono le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò stamani a Radio Anch’io Sport. “Nel giro di qualche settimana si pensa di poter ottenere qualcosa, ma è difficile fare marketing e sinergia commerciale”. I danni derivanti dalla pandemia del Covid-19 saranno ingenti, a tutti i livelli, dalla serie A alla serie C (disperato Francesco Ghirelli). “L’eventuale danno economico dei club di vertice per questa vicenda del Covid è stato stimato, secondo quanto detto da Andrea Agnelli, in 4 miliardi di euro (in Europa, ndr). A cascata, però, si finisce all’associazionismo sportivo, che è la colonna vertebrale del nostro mondo. Se non c’è il mecenate di turno o viene meno la filiera sportiva, il ‘salta il bancò vale per le società più grandi e piccole. Nel breve termine ci sarà un ridimensionamento anche nel valore di qualche cartellino e ingaggio. Lo ritengo indispensabile”, ha concluso il numero uno del Coni.
 

Malagò: “Una vergogna vietare le palestre scolastiche alle associazioni sportive”
“E’ una vergogna che molte associazioni sportive non possano usare le palestre scolastiche. Sono state requisite, hanno messo in competizione l’istruzione con lo sport. Noi ci sentiamo offesi per essere messi in secondo piano”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò a Radio il giorno dell’apertura dell’anno scolastico. Malagò, accompagnato dal ct azzurro Roberto Mancini, oggi sarà a Vo Euganeo su invito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la cerimonia inaugurale del nuovo anno scolastico. “Il Coni non ha i mezzi per fare una impiantistica accettabile come meriterebbe il Paese. Ci stiamo battendo per questo”. In molte Regioni ci sono associazioni sportive, dal volley alla pallamano, in grande difficoltà, non sanno come riprendere la stagione. Molte famiglie non manderanno più i loro figli a fare sport.
 
Molea riconfermato alla guida dell’Aics
Giochi amatoriali internazionali del 2021 avranno luogo a giugno in Italia, sulla riviera adriatica. Ad annunciarlo è stato Bruno Molea, appena riconfermato alla presidenza dell’Associazione italiana cultura sport, tra i primi enti di promozione sportiva del Paese. ”Con i dovuti protocolli di sicurezza, AiCS è riuscita a riprendere l’attività sportiva amatoriale: abbiamo dimostrato che con attenzione e determinazione, la ripresa è possibile. Per questo, ci siamo messi al fianco della Regione Emilia Romagna per riportare qui i World sport games della Confederazione internazionale dello sport amatoriale e a giugno i Giochi torneranno in Italia, con oltre 5mila atleti attesi da tutto il mondo. Ripartire, si può”, ha commentato Molea, forlivese, 65 anni, consigliere Coni e membro di Giunta del Comitato italiano paralimpico, oltre che presidente della Confederazione mondiale dello sport amatoriale.
 
 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml

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