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Ieri la pallavolo ha perso un grande amico, non tanto perché sei stato il capitano della nazionale di Malta e hai sempre onorato quella maglietta ogni volta che la indossavi, ma perché incarnavi alla perfezione lo spirito di questo sport. Amico mio, sempre onesto con compagni e avversari, sempre sorridente e disponibile con tutti, sempre pronto ad esaltare il Noi piuttosto che l’Io.
Ci hanno presentato a Milano quasi 20 anni fa, quando ero un ragazzino alla prima esperienza da titolare in Serie A, e ricordo ancora la gioia nei tuoi occhi, la felicità per la partita appena vista e l’incredulità quando ti ho portato fuori a cena con tutta la squadra! La pallavolo era la tua grande passione, una fiammella che ti si è accesa nel petto e che solo una brutta malattia è riuscita a spegnere per sempre.
Ogni volta che giocavo con la nazionale cercavi di venirmi a vedere, e cosi ti ho incontrato in World League a Ragusa, dove mi hai presentato la tua futura moglie, e soprattutto a Roma, dove abbiamo festeggiato l’oro Europeo nel 2005. E avevi sempre quegli occhi da sognatore, da bimbo nel paese delle meraviglie, mentre ti avvicinavi ai miei compagni di squadra per fare una foto con loro!
Quando sono venuto a trovarti a Malta, e ho avuto modo di conoscere la tua splendida famiglia in una pausa dagli allenamenti della nazionale, sei anche riuscito a portarmi in palestra, nella tua palestra, con la tua squadra, e a farmi allenare (a 40 gradi di temperatura) con voi. Tanti ragazzi meravigliosi, da Kevin agli altri, che vedevano in te il loro capitano, il loro leader positivo e sempre sorridente, il loro Jon.
Oggi tutta Malta ti piange, perché tu eri lo spirito della pallavolo per tutta l’isola: hai organizzato camp sull’isola per tanti italiani, hai dato vita a tanti tornei e quasi ogni anno portavi in ritiro la tua squadra al Centro Pavesi per far vivere ai tuoi compagni quella stessa esperienza che avevi vissuto tu tanti anni prima. Sempre con il sorriso da sognatore, sempre con quella gioia contagiosa che ti contraddistingueva.
Ci siamo visti l’ultima volta a Milano a luglio per la tappa di VNL, in quel palazzetto che ci aveva visti incontrare anni prima, io ormai senza più quella maglietta azzurra che ha caratterizzato tanti nostri incontri, tu sempre con la stessa voglia di vivere il tuo sport preferito, di divertirti a vedere partite di pallavolo.
La malattia ti ha portato via troppo in fretta, amico mio, lasciando un vuoto incolmabile nella tua famiglia (a cui va il mio abbraccio più grande e caloroso) e tra i tuoi tantissimi amici. Io ti immagino lassù,fra le nuvole, a spiegare la pallavolo agli angeli e a vegliare su di noi.
Addio Jonathan, la pallavolo oggi piange un grande amico.
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