Novak Djokovic è stato protagonista di una lunga chiacchierata a Casa Sky Sport dove ha parlato della sua preparazione al ritorno in campo e anche alcuni avvenimenti piacevoli e altri spiacevoli che l’hanno portato a pensare di lasciare il mondo del tennis. In merito al ritorno in campo, queste sono le parole del tennista numero uno al mondo: “Per noi tennisti è importante avere chiarezza nel calendario. Ufficialmente è il 13 luglio, in molti dicono che difficilmente ricominceremo in quella data. Per me è importante avere una routine, non posso aspettare una data. Mi alleno ogni giorno in palestra, corro a casa, gioco con i bambini e anche questa è una fatica. All’inizio mentalmente ero un po’ vuoto e in confusione, mi mancava chiarezza. Ho parlato con il mio team, ho cercato di allenarmi quotidianamente, anche se non ho seguito alla lettera la preparazione. Ufficialmente è il 13 luglio, ma hanno cancellato già il torneo WTA in Canada, ma non quello maschile. Dobbiamo vedere come va la situazione negli USA, perché noi dovremmo andare lì ad agosto. Se diventa meno rischioso, potremo riprendere. C’è l’opzione anche che cancellino tutti i tornei in America e si cominci con la terra battuta in autunno, magari venire a Roma fra 2-3 mesi: speriamo si possa riprendere a giocare“.
Nole ha voluto ricordare la finale di Wimbledon 2019 vinta contro Federer: “E’ stata una delle due più belle partite a cui ho partecipato insieme alla finale con Rafa Nadal in Australia nel 2012. Sono partite uniche, è successo di tutto. Dal punto di vista tecnico, la qualità del gioco di Roger è stata eccellente dal primo all’ultimo punto, lo dicono anche i numeri. Io ho giocato bene i punti decisivi, non ho sbagliato una palla nei tre tie-break e forse era la prima volta in carriera. Queste partite succedono una o due volte in carriera e sono grato di aver potuto lottare contro un grande come Roger in un teatro prestigioso come il Centrale di Wimbledon“. Il numero uno al mondo ha anche perso qualche partita importante, che hanno fatto venire brutti pensieri: “Nel 2010 ho perso con Melzer ai quarti del Roland Garros, ho pianto dopo questo ko. Era un momento negativo, volevo lasciare il tennis perché vedevo tutto nero. E’ stata una trasformazione perché dopo quella sconfitta mi sono liberato. Avevo vinto in Australia nel 2008, ero numero tre al mondo ma non ero felice. Sapevo che potevo fare di più, ma perdevo le partite più importanti contro Federer e Nadal. Da quel momento mi sono tolto la pressione, ho cominciato a giocare più aggressivo: qui è stata la svolta“.
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