Federico Gaio e la situazione Us Open: “Gli americani stanno dipingendo New York come lo stato più sicuro d’America e poi poi però esce la notizia della liberatoria che noi giocatori dobbiamo firmare per scaricare gli organizzatori da ogni responsabilità nel caso di conseguenze derivanti dal coronavirus”

Federico Gaio ha parlato al quotidiano “La Repubblica” della situazione Us Open e dei suoi impegni nel circuito: “L’ingresso tra i primi cento è il prossimo obiettivo, è chiaro che lavoro sempre per arricchire il mio bagaglio tecnico-tattico oltre che atletico e i risultati e la classifica ne sono una conseguenza”.

“Speriamo davvero di riuscire a compiere questo ulteriore step da qui alla fine dell’anno. Sono passati molti mesi dall’ultimo torneo internazionale, l’attesa è stata lunga e siamo quindi molto contenti di ritornare in campo, finalmente.
Adrenalina? Sicuramente c’è, riprendere dopo uno stop così lungo non sarà facile, ma la voglia è davvero tanta” .

“La prima scelta in tema di programmazione, ovviamente, dopo Todi sarebbe quella di andare a New York per gli US Open, speriamo che la lista scali almeno di un posto…
In alternativa rimarrò in Europa per disputare i challenger sulla terra che in calendario precedono Roma e il Roland Garros. Quella degli US Open è una situazione molto delicata: sarà il primo grande torneo, con tante presenze di giocatori e addetti ai lavori, subito alla ripresa e non sarà per nulla facile.
Gli americani stanno dipingendo New York come lo stato più sicuro d’America, garantendo che sarà una ‘bolla’ fra albergo e impianto, nel rispetto di tutte le misure anti-contagio, poi però esce la notizia della liberatoria che noi giocatori dobbiamo firmare per scaricare gli organizzatori da ogni responsabilità nel caso di conseguenze derivanti dal coronavirus, rinunciando alla possibilità di rivalersi sul piano legale nei loro confronti.
Quanto meno è un palese controsenso, un qualcosa che fa pensare. L’auspicio è che vada tutto bene, anche se è chiaro che per essere veramente tranquilli servirebbe qualcosa di più delle speranze…”


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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