Thomas Fabbiano è pronto a ripartire. Il pugliese non disputa un match ufficiale sull’ATP Tour dalle “quali” a Dubai, lo scorso febbraio. Poi il lockdown, lo stop forzato, e molti pensieri, come lui stesso ha raccontato: “Mi sono accorto di soffrire troppo in campo. Durante i tre mesi di lockdown ho rivissuto i miei 16 anni di carriera e i sacrifici che ho fatto per arrivare a questo punto. Ho capito che il circuito iniziava a pesarmi, soprattutto perché sono uno che gioca per raggiungere degli obiettivi precisi e punta sempre ad alzare l’asticella. Ho così deciso di fermarmi per fare chiarezza. Non nascondo che questa scelta sarebbe potuta diventare definitiva: non avevo la sicurezza di ritrovare quella voglia di scendere in campo e dare il 120%. Ora che questo periodo è terminato posso dire di essere soddisfatto. Stare lontano dal tennis mi ha fatto stare bene, ma adesso sono pronto a ripartire”.
Per questo Fabbiano ha investito tutto nel suo team, un supporto indispensabile per ritornare quel tennista capace di grandi imprese, anche negli Slam (come le vittorie a Wimbledon su Wawrinka e Tsitsipas). “Federico Placidilli sarà a mio fianco, è la persona giusta, ho scelto di puntare ancora una volta sulla sua competenza e sulla sua passione per questo sport. Massimo Sartori si occuperà invece di supervisionare il lavoro dell’intero team”. A completare la squadra i preparatori atletici Nicolas Villalba e Diego Silva, e il preparatore mentale Stefano Massari. “Lavorerò duramente in questa parte finale del 2020 per ritrovare una condizione fisica ottimale” continua Thomas, “sono sicuro di tornare in campo e giocarmi le mie carte a gennaio, quando il circuito si sposterà in Australia. Ho investito su un team dalle grandi capacità per tornare a giocare e ritoccare il mio best ranking. Servirà tanto lavoro e sacrificio, ma penso di essere ancora in tempo per tornare ai livelli di uno o due anni fa”.
Una ripartenza con obiettivi ambiziosi: “Negli ultimi due anni ho deciso di alzare l’asticella e provare a giocare più partite possibili nei tornei maggiori. Nei primi mesi ho accumulato qualche sconfitta di troppo, ma queste esperienze mi hanno permesso di abituarmi a giocare contro i grandi campioni”.
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