Calcio femminile, la monarchia del Lione: dalla Francia all'Europa un dominio senza precedenti

ROMA – Meglio della Juventus dell’ultimo decennio in campionato. Come il Real Madrid di Di Stefano e Puskas in Europa. Il Lione femminile sta scrivendo la storia dell’altra metà del pallone: con la vittoria in finale contro il Wolfsburg, le francesi allenate da Jean-Luc Vasseur hanno conquistato la loro quinta Champions League di fila, la settima in totale. Da quando nel 2009 il trofeo continentale ha cambiato formula e nome (prima si chiamava Uefa Women’s Cup), l’OL ha mancato la finale solo in due occasioni. Un vero e proprio dominio europeo, che tra le mura di casa si trasforma in monarchia assoluta: il Lione ha vinto quest’anno il suo diciottesimo campionato, il quattordicesimo di fila. Un titolo assegnato a tavolino dopo l’interruzione della stagione a causa dell’emergenza coronavirus quando l’OL, a sei giornate dal termine, era a +3 sul Psg. Ma con il match di ritorno in casa delle parigine che era in programma proprio quando il governo francese ha decretato lo stop al mondo del calcio.

“Abbiamo fatto qualcosa di leggendario”, ha detto un raggiante Jean-Michel Aulas dopo il 3-1 sul Wolfsburg di domenica. Il vulcanico patron è il vero deus ex machina dell’OL: dopo averlo acquistato nel 1987, ha portato il club, che fino a quel momento aveva vinto solo tre Coppe nazionali, ai vertici del calcio francese. Indimenticabile la striscia di sette Ligue 1 di fila tra il 2002 e il 2008 del Lione maschile, guidato da Santini, Le Guen e Houllier. Magari qualcun altro avrebbe concentrato gli sforzi – e gli investimenti – solo sugli uomini, ma Aulas non ha mai voluto trascurare la sezione femminile, come ha ricordato con orgoglio dopo la conquista della settima Champions: “Bisogna sempre rinnovarsi e cambiare qualcosa, mettendosi continuamente in discussione. Questa squadra ha bisogno di aprire un nuovo ciclo ed è ciò che faremo”.

A lasciare l’OL sarà sicuramente Lucy Bronze, difensore inglese arrivata seconda dietro Megan Rapinoe nel Pallone d’Oro 2019: per lei si parla di un ritorno al Manchester City. Ma a Lione si sentono tranquilli: sono nella condizione di poter rinunciare a una tra le migliori interpreti del ruolo a livello mondiale perché l’organico è già stellare. “Chi fa panchina al Lione sarebbe titolare in tutte le altre squadre europee”, ha ammesso Bronze. La settima Champions League è arrivata nonostante la pesantissima assenza per infortunio di Ada Hegerberg, la prima a vincere il Pallone d’Oro femminile nel 2018 e che l’anno scorso in finale aveva segnato una tripletta al Barcellona. E contro il Wolfsburg il tecnico Vasseur si è concesso il lusso di tenere in panchina un altro pezzo da novanta come Amandine Henry e di schierare solo nei minuti finali Shanice van de Sanden, una delle stelle dell’Olanda che agli scorsi Mondiali ha interrotto ai quarti il sogno dell’Italia.

Inamovibile invece il trio tutto francese composto dal portiere Sarah Bouhaddi, dal difensore e capitano Wendie Renard e dall’attaccante Eugenie Le Sommer: tre autentiche colonne, che hanno vinto tutte e sette le Champions dell’OL. “Non siamo stanche di vincere, tutti speravano che cadessimo ma siamo ancora qui”, ha gioito Le Sommer, che ha suggellato un mese d’agosto da incorniciare, iniziato con il matrimonio (con vestito bianco e scarpe da tennis) e concluso con il gol che ha aperto le marcature nel 3-1 al Wolfsburg.La seconda rete è stata segnata dalla giapponese Saki Kumagai, difensore dai nervi d’acciaio: nel 2011, aveva realizzato il rigore decisivo che aveva portato il Paese del Sol Levante a vince il suo primo Mondiale della storia; nel 2016 si era ripetuta con la maglia del Lione, che indossa dal 2013, nella finale di Champions vinta contro il Wolfsburg. E il club tedesco è stato proprio quello che fino allo scorso 30 giugno ha avuto alle sue dipendenze Sara Björk Gunnarsdottir: poi però la centrocampista islandese, stufa di vincere “solo” la Bundesliga (quattro titoli di fila), ha lasciato la Sassonia e ha scelto il Lione per andare a caccia di gloria anche a livello internazionale. Risultato: il più classico dei gol dell’ex che ha spento le speranze di rimonta del Wolfsburg e ha fissato il punteggio sul 3-1 per le francesi.

La settima Champions di fila è stata celebrata anche dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che in un tweet ha sottolineato la “rivincita” del suo Paese dopo la vittoria del Bayern sul Psg nella finale maschile. Ma per il Lione femminile non ci sarà tempo per festeggiare: il prossimo week-end partirà il nuovo campionato. “Non chiederemo un rinvio, siamo già pronti a ripartire con l’obiettivo di vincere ancora”, ha spiegato Aulas. Con tanti auguri agli avversari.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml

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