Con le sue case bianche, aggrappate ad un promontorio affacciato come una terrazza sul mar Tirreno, non stupisce che Sperlonga sia finita dritta nell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Siamo sulla costa laziale, in provincia di Latina, a metà circa della via Flacca – strada voluta nel 187 a.C. dal censore Lucio Valerio Flacco – che corre da Formia a Terracina, per alcuni tratti piacevolmente panoramica. Un luogo talmente bello, da aver affascinato chiunque vi giungesse fin dall’antichità, imperatori compresi. Come Tiberio, che qui fece edificare una delle sue sfarzose ville, nei pressi di una pittoresca grotta.
Ma iniziamo dal borgo marinaro con le caratteristiche case bianche: un intricato dedalo di viuzze, archi, pergolati, portici, gradini e continui saliscendi, affollato di piccoli locali e botteghe artigiane, che conquista all’istante. Alcuni palazzi ed edifici religiosi ricordano la storia medievale del luogo, come la chiesa di Santa Maria (caratteristica è la volta stellata, dipinta di azzurro, della vicina Piazzetta della Concordia) e il Palazzo Sabella. Passeggiando si incontra anche la pittoresca “Corte del Monastero” dove una pittura murale, su una delle pareti che la delimita, racconta le incursioni dei pirati a Sperlonga nel 1500. E proprio per difendersi dai pirati saraceni, numerose furono le torri costiere di avvistamento realizzate a difesa della città. La più famosa è la Torre Truglia del 1532, che adagiata su uno scoglio di pietra, divide la Riviera di Levante (dove si trova la Grotta di Tiberio) da quella di Ponente.
Ma a rendere sicuramente unica una gita a Sperlonga è la visita alla splendida Villa di Tiberio, con l’ampia grotta annessa, in cui sono state ritrovate mirabili opere marmoree (molte delle quali conservate nel vicino museo Archeologico Nazionale di Sperlonga), che celebrano le gesta di Ulisse. La villa, che l’imperatore fece ristrutturare e ingrandire nel II secolo d.C., partendo da una precedente struttura di epoca tardo-repubblicana, era composta, oltre che dagli ambienti abitativi, da strutture termali, da un giardino con porticato, da un ninfeo, e da sale conviviali a ridosso del mare; oltre, ovviamente, alle immancabili cisterne per l’acqua. Ad arricchire il tutto, però, era soprattutto l’annessa e coreografica grotta naturale sul mare, che ospitava il triclinio imperiale con una piscina interna, collegata ad altre, all’esterno, adibite ad allevamento di frutti di mare e di pesci pregiati. Proprio da questa grotta, o spelonca, deriva il nome Sperlonga. Al suo interno, monumentali gruppi scultorei, raccontavano le gesta omeriche di Ulisse.
All’interno della grotta erano collocati dei gruppi scultorei incentrati sul mito di Ulisse, come ad esempio, le rappresentazioni del ratto del Palladio, dell’assalto di Scilla alla nave dell’eroe, e dell’accecamento del ciclope Polifemo. Ad oggi, molti reperti, compresa una preziosa testa di Odisseo, sono ancora conservati nell’interessantissimo Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, che insieme alla villa e alla grotta, compongono un percorso archeologico tra i più coinvolgenti e preziosi dell’intero Stivale.
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