Il Borgo di Fossanova sorge nella Valle dell’Amesano, nel basso Lazio, nei pressi di Priverno (LT). Un’area che già sul finire del XVIII secolo aveva suscitato interesse nei nobili europei che intraprendevano il Grand Tour, un viaggio di formazione intellettuale, umana e culturale, che vantava in Italia numerose e imperdibili tappe. Richard Lassels, che ne fu padre fondatore, durante il suo viaggio lungo la Penisola, elesse Priverno e Fossanova come le tappe principali nei territori dell’Amesano.
L’Abbazia di Fossanova si erge sui resti, che si possono ancora scorgere al suo esterno, di una villa romana, costruita in età repubblicana. L’edificio che oggi conosciamo rappresenta una delle più imponenti testimonianze di arte gotica-cistercense in Italia. La sua costruzione iniziò nel 1163, ma alcuni storici ne datano l’inizio al 1170, altri ancora al 1187. I lavori durarono circa 45 anni, e fu definitivamente sistemata, con i rosoni, solo intorno al 1300.
L’edificio religioso fa parte del piccolo borgo di Fossanova, che nacque nel VI secolo con un insediamento benedettino, ma nel 1135 passò all’ordine dei cistercensi per volontà di papa Innocenzo II. Qui, tra le altre cose, trascorse i suoi ultimi giorni Tommaso d’Aquino. Vi arrivò nel 1274, mentre era in viaggio con il suo segretario verso Lione per partecipare al Concilio di Gregorio X. Secondo la tradizione, Tommaso, appena entrato nell’abbazia, pronunciò le seguenti parole: questo è il luogo del mio riposo per sempre; vi abiterò perché l’ho scelto; forse prevedendo la sua fine imminente. Infatti, morì pochi giorni dopo.
L’antico borgo, preservatosi nel tempo, oggi accoglie i visitatori con i suoi angoli pittoreschi e i gli antichi edifici, riadattati alle diverse esigenze odierne. Così, l’antica foresteria è diventata un ristorante in cui sognare atmosfere di altri tempi; mentre nell’infermeria si può assistere a concerti di musica classica. L’antico granaio, invece, dal 2001 accoglie il Museo “Polo Medievale”, dove viene proposta un’interessante ricostruzione della vita di allora. Il museo, insieme al percorso museale, permette di conoscere le abitudini degli abitanti di un tipico borgo antico. Come, ad esempio, quella di seppellire i propri cari all’interno dell’abitato, realizzando i sepolcri in alcune stanze (in questo caso) di epoca romana, o nei butti, spazi in genere destinati all’immondizia.
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