Ultimamente si fa un gran parlare delle auto ed elettriche. Sempre più case automobilistiche intraprendono questa strada, ma a pochi sorge spontanea una domanda: che fine fanno le batterie quando non sono più idonee per la vettura? Dal 2013, in collaborazione con l’azienda francese Snam, Honda ha messo in piedi un progetto che si occupa del recupero e del trattamento dei pacchi batterie delle proprie ibride ed elettriche. Una seconda vita, insomma.
Questo programma svolge un ruole davvero importante, perché si inserisce all’interno dell’economia circolare applicata alla mobilità.
Si tratta di un orizzonte temporale spostato oltre gli 8/10 anni, lasso di tempo garantito – e non certo una “data di scadenza” – sul quale gli accumulatori riescono a offrire prestazioni adeguate per alimentare il veicolo. Successivamente, cosa farne?
Una batteria “esaurita” per un’auto elettrica o ibrida – solitamente con valori residui di carica effettiva inferiori all’80% – può essere reimpiegata in altri ambiti, a partire dallo stoccaggio di energia per utilizzo domestico o industriale. Banche energetiche che proseguiranno nella loro funzione.
E dove le celle, materialmente involucro nel quale i composti chimici generano l’accumulo e cessione dell’energia, dovessero essere danneggiate, Snam procede con l’estrazione dei materiali preziosi, il litio e il cobalto su tutti, affinché possano essere riutilizzati, vuoi per produrre nuove celle o l’impiego in tutt’altri ambiti (pigmenti o additivi per malta).
Anche rame, plastica, metallo, sono oggetto di recupero e riciclo laddove non fossero idonei gli accumulatori per proseguire la loro funzione.
Il passaggio delle batterie dalle auto ibride o dalle elettriche alla gestione da parte di Snam, vede i concessionari Honda diventare un passaggio intermedio, centri di recupero delle batterie esauste dei modelli della casa nipponica – ovviamente sono escluse le batterie “classiche”, a 12 o 48 volt –, i quali procedono attraverso una piattaforma realizzata da Snam a prenotare il ritiro dei pacchi batterie, con una ciclicità programmata su 15 giorni, per ridurre i tempi di stoccaggio a carico dei concessionari.
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