Ford, anno compromesso in attesa di incentivi

Numeri e concretezza. Preoccupazione e sano realismo. Fabrizio Faltoni, Presidente e ad di Ford Italia, è abituato ad analizzare e guardare avanti. Solo che adesso fa più fatica: “Quella che stiamo vivendo è una situazione a cui nessuno era preparato. La nostra prima preoccupazione è l’immediato, prima di tutto cercando di bilanciare tra le esigenze di un’azienda con fatturato e utili a zero e quelle dei dipendenti che hanno impegni economici da rispettare. Un equilibrio molto complesso da gestire, ma questa è la priorità. Subito dopo viene l’esigenza di monitorare la nostra rete vendita per supportarla in ogni modo possibile”.

L’anno è compromesso

Il mercato fermo è il nodo di tutto: “Inutile fingere: marzo ha chiuso con circa 30 mila immatricolazioni e quindi con 165 mila targhe in meno di marzo 2019. Aprile non andrà meglio e probabilmente anche maggio ma questo è ancora da vedere. Sicuramente l’anno è compromesso. Le almeno 400 mila targhe che perderemo fra marzo, aprile e maggio non potranno essere recuperate. Alla ripresa, speriamo il prima possibile, le persone si troveranno in molti casi con tanti pagamenti arretrati da effettuare – rate di finanziamento, mutui, tasse, gli stipendi per chi li deve versare – e probabilmente non avranno la sostituzione dell’auto fra le loro priorità, a meno che non possano non farne a meno. Sarà quindi, una ripresa lenta, aggravata da un periodo di diffidenza a recarsi in luoghi affollati e questo potrebbe penalizzare i trasporti collettivi rispetto a quello privato. Sarà un momento per certi versi di liberazione, per altri di grande preoccupazione. Ma almeno saremo ripartiti!”.

Aiuti di Stato

E qui dovrebbe entrare in gioco lo Stato…: “Mi aspetto faccia la sua parte con un intervento serio, forte. Provvedimenti capaci di rimettere in moto la domanda come una rottamazione che coinvolga fino a tutti gli Euro 4 e agevoli l’acquisto di automobili che emettono anche oltre i 95 gr/km di Co2. Come UNRAE abbiamo fatto la nostra proposta, fermandoci per rispetto della UE a quel tetto, ma sappiamo bene che il range di auto coinvolte sarebbe ancora troppo ristretto e con costi troppo alti per i clienti. Non è pensabile incentivare solo vetture elettriche o ibride plug-In. Sanno tutti che vendite denro quel range di emissioni sono al di sotto della soglia del 15%. Bisogna allargare le opportunità trovando il giusto equilibrio fra l’esigenza di rispettare l’obiettivo di emissioni fissato dall’UE e l’esigenza di far ripartire un settore strategico che vale il 10% del PIL del Paese. Noi costruttori faremo il massimo, ma non sarà facile gestire un anno che andrà sicuramente sotto la quota di 1,5 milioni di immatricolazioni (1,9 milioni nel 2019). Un calo enorme che richiederà molto tempo per essere assorbito e recuperato. In attesa di leggere i decreti attuativi, i provvedimenti presi sulla liquidità sembrano un ottimo strumento per traghettare le aziende in questo momento di emergenza, nella prospettiva di mettere mano ad un riassetto complessivo dei conti. Per noi e per i gli italiani, l’ago della bilancia resta la risposta dello Stato: incentivi subito e forti”.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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