Il Mondiale F1 2020 vede la Ferrari con soli 74 punti nella classifica costruttori, dopo dieci gare. Il misero bottino è la somma dei 57 punti di Charles Leclerc e dei 17 di Sebastian Vettel.
Sempre guardando la classifica, l’attuale sesta posizione della Scuderia di Maranello è minacciata dalla AlphaTauri (59 punti), mentre il ritardo da Renault (-25), Racing Point (30) e McLaren (32) pare difficile da colmare.
Una stagione dunque deludente figlia di tre principali fattori che ora andiamo ad analizzare.
Forse un giorno, tra qualche anno, qualcuno ci racconterà esattamente cosa contenesse l’accordo tra la Ferrari e la FIA. Per ora sappiamo solo che, rispetto allo scorso anno, tutti i team motorizzati con il Power Unit Ferrari, hanno perso competitività e occupano stabilmente le posizioni di rincalzo dello schieramento.
Qualcuno ha ipotizzato una perdita di potenza del motore endotermico, altri – ed è la tesi che ci sentiamo di sposare anche noi – hanno indicato nella “parte elettrica” il vero oggetto del contendere tra la Federazione e i tecnici di Maranello. Il risultato finale però è sotto gli occhi di tutti. Ferrari, Alfa Romeo e Haas, in dieci gare, hanno raccolto solo 79 punti, contro i 285 del 2019!
Stando ad alcune nostre fonti, nell’accordo segreto, la Ferrari avrebbe chiesto e ottenuto dalla FIA di poter tornare ad utilizzare una soluzione simile a quella del “super motore” 2019 nella stagione 2021. Le recenti dichiarazioni di Mattia Binotto, su un ritorno alla competitività nella prossima stagione, non si potrebbero spiegare se non con un motore all’altezza di Mercedes, Renault e Honda.
Staremo a vedere!
Torniamo su questo argomento, già ampiamente trattato in più di un’occasione, per ribadire che il Team Principal della Ferrari che, fino a poche settimane fa ricopriva anche il ruolo di Direttore Tecnico, non può essere esente da colpe. Binotto ha avallato uno step di motore a metà della scorsa stagione che da un lato ha permesso alla Ferrari di vincere delle gare ma dall’altra ha portato gli avversari a chiedere chiarimenti alla FIA che poi hanno avuto come conseguenza la disfatta di quest’anno. Con un po’ più di lungimiranza e anche preparazione in un ruolo che non è proprio il suo, Binotto avrebbe potuto posticipare gli sviluppi sul Power Unit a inizio stagione 2020: questo avrebbe sicuramente insospettito di meno tutto l’ambiente. Ci sono poi altre colpe imputabili sia al Direttore Tecnico prima che al Team Principal poi ma di questo abbiamo già parlato in altri nostri articoli.
I pochissimi sviluppi che abbiamo visto quest’anno sulla SF1000 – o meglio da giugno/luglio ad oggi (3 mesi o poco più) – non sono molto diversi come numerosità ed entità rispetto a quelli che la Ferrari è riuscita a portare in pista nel corso dei primi mesi delle stagioni passate ovvero prima dell’estate in un anno normale!
Inoltre, come abbiamo visto anche in diverse stagioni passate, molti sviluppi meccanici e aerodinamici non sempre hanno funzionato oppure, a parziale giustificazione degli ingegneri di Maranello, gli altri team hanno sempre avuto una marcia in più nello sviluppo nel corso della stagione.
Analizzati dunque i tre fattori che, a nostro avviso, stanno rendendo la stagione F1 2020 della Ferrari fallimentare, dobbiamo solo augurarci che a Maranello abbiamo finalmente capito come e dove intervenire sulla SF1000 e augurarci anche che, sempre dall’accordo segreto FIA, ci sia la possibilità di tornare ai livelli del Power Unit dello scorso anno!
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/6KX2BLhu7PM/ferrari-i-tre-fattori-che-hanno-portato-ad-una-stagione-f1-2020-fallimentare.php
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