Quella tra Ferrari e l’elettrico non è una storia che verrà scritta nell’immediato. Le prospettive sono ancora quelle del medio periodo, vista la .
Sebbene l’orizzonte appaia ancora molto lontano, emergono i primi spunti di un possibile schema tecnico. Una Ferrari elettrica non può, ovviamente, prescindere dagli standard prestazionali del marchio; dalla tecnologia ci si attende l’evoluzione dei pacchi batteria, per ottenere accumulatori più leggeri e in grado di assicurare stabilmente la massima prestazione.
Sarà la tecnologia agli ioni di litio a garantirli? Potrà essere la tanto annunciata frontiera delle batterie a elettrolita solido?
Da una richiesta di brevetto depositata da Ferrari lo scorso 17 luglio, documento diffuso dal forum Taycan EV Forum, ritroviamo alcuni spunti della possibile via tecnica alla quale lavorano a Maranello.
Il deposito di un brevetto non è necessariamente l’investitura definitiva di una soluzione tecnica destinata a essere impiegata, diventa piuttosto la tutela di un’idea. E quella al centro del sistema elettrico Ferrari prevede l’utilizzo di quattro motori elettrici, ciascuno a trasmettere il moto a una ruota.
L’installazione indica due macchine elettriche sull’asse anteriore e altrettante al posteriore, ciascuna composta da un motore elettrico e una trasmissione a quattro ingranaggi, per una disposizione nella vista d’insieme a T sull’avantreno e a U al retrotreno.
Tra le note fondamentali che accompagnano la registrazione dell’idea attribuita ai tecnici Crotti (progettista dell’architettura del veicolo), Favaretto (responsabile dell’Innovazione sulle architetture del veicolo) e Marlier (ingegnere dell’Innovazione sull’architettura), compare la sfida della disposizione dei componenti e l’alloggiamento di motori elettrici e pacco batteria nell’architettura dell’auto.
Lo schema depositato è sì funzionale allo sviluppo di un progetto full electric ma non esclude la possibilità di ricorrere a un sistema ibrido, installando il motore termico al posto del pacco batterie, sull’asse posteriore. Il tutto conservando la specificità dei motori elettrici singolarmente collegati alle ruote.
Sembra delinearsi sempre più come la frontiera tecnica delle elettriche ad alte prestazioni, specialmente in termini di dinamismo durante la guida. Poter controllare ciascuna ruota attraverso il controllo diretto del motore elettrico dedicato apre scenari e opportunità di affinamento del comportamento in curva inediti.
Non solo nello sviluppo della potenza ma anche nelle fasi di recupero energetico, con la relativa stabilizzazione dell’assetto.
Ovviamente, la presenza di una centralina, a calcolare la velocità di rotazione di ciascuna ruota, in funzione dell’angolo volante, diventa un altro componente fondamentale per la “chiusura del cerchio”.
I quattro motori elettrici sono ciascuno indipendente dall’altro sotto il profilo meccanico, collegati alle ruote da semiassi in uscita dalla scatola trasmissione, solidale allo statore e con al suo interno quattro ingranaggi su un albero intermedio nella trasmissione del moto.
Se l’idea Ferrari è dedicata a un’applicazione chiaramente dalle altissime prestazioni – qualcosa di simile la porterà su strada Rimac con la C_Two e -, l’idea di un elettrico con un motore per ciascuna ruota è sviluppata anche da .
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