F1, I perché del mancato rinnovo (per ora) di Hamilton con Mercedes

Lewis Hamilton continua a inanellare vittorie e record in rapida successione ed è ormai vicino a eguagliare Michael Schumacher a quota sette titoli mondiali in Formula 1. Ai numeri da capogiro si affianca il grande appeal mediatico che ne ha fatto negli anni un perfetto testimonial per grandi marchi, come ad esempio Tommy Hilfiger e Vodafone. In Mercedes gode dello status di leader indiscusso ed è legato a Toto Wolff da un grande rapporto di stima reciproca. Nonostante queste premesse, il rinnovo di contratto per le prossime stagioni non è ancora arrivato. L’ipotesi assai improbabile di un addio di Hamilton a Mercedes e alla Formula 1 al termine del 2020 inizia a circolare timidamente all’interno del paddock.

Le parti interessate hanno dichiarato di aver rimandato il discorso per il rinnovo a causa delle tante gare ravvicinate. La trattativa per il rinnovo visto l’enorme valore commerciale e sportivo di Hamilton non si preannuncia delle più semplici. La precarietà finanziaria dettata dal Coronavirus imporrà ai team di limitare le spese nel prossimo futuro per garantire la sostenibilità del circus. Nelle ultime ore i team sembrano essersi accordati per imporre un tetto di 30 milioni di dollari ai compensi annuali dei piloti a partire dal 2023. Il limite di spesa potrà essere sforato ma andrà a incidere direttamente sui 140 milioni previsti dal budget cap. Eventuali negoziati conclusi prima del 2023 non saranno interessati da questa regola, anche qualora un contratto dovesse includere la stagione 2023 o successive. Piloti come Hamilton e Vettel guadagnano attualmente più di 30 milioni a stagione e anche Verstappen si avvicina molto a questa soglia.

L’aspetto economico non è certamente trascurabile ma non dovrebbe ostacolare la buona riuscita della trattativa. Hamilton non sembra avere valide alternative alla permanenza in Mercedes così come il team campione del mondo non ha mai considerato eventuali rimpiazzi. L’esacampione del mondo non ha mai parlato di un imminente ritiro né ha mai fornito qualche indizio a riguardo. A 35 anni non è più giovanissimo ma lo stato di forma e la motivazione non sono in discussione. Potrebbe voler lasciare per dedicarsi ai tanti progetti che negli anni ha perseguito parallelamente alla Formula 1, dalla moda alla musica. In una recente intervista ha ammesso di pensare all’orizzonte temporale del nuovo rinnovo contrattuale con Mercedes: il nuovo ciclo tecnico che partirà nel 2022 è chiaramente uno stimolo in più.

In questi ultimi mesi si è parlato molto di un presunto riassetto del team Mercedes, in procinto di cedere una quota di maggioranza a Ineos, colosso inglese della chimica e già sponsor del team con sede a Brackley. Il numero uno di Daimler Källenius ha sottolineato l’importanza della Formula 1 per gli interessi del brand ma ha anche definito necessaria una riduzione dei costi in un momento storico particolarmente complesso per l’industria automobilistica. Lo stesso Toto Wolff non ha ancora ufficializzato i suoi programmi per gli anni a venire: potrebbe semplicemente cambiare ruolo diventando Presidente o Amministratore Delegato oppure essere interessato in prima persona dal riassetto con l’acquisizione del team da parte di Ineos. Se vi fossero realmente dei colloqui in corso tra Daimler e Ineos per un passaggio di proprietà dell’intera struttura appare chiaro come il rinnovo di Hamilton sia in stand-by in attesa di ulteriori novità.

Allo stato attuale continuiamo a dare per certa la permanenza di Hamilton in Formula 1 anche nella prossima stagione. I motivi di incertezza non mancano ma è verosimile il fatto che in un clima di assoluta concentrazione e serenità Hamilton e Wolff abbiano voluto rimandare i colloqui per i rispettivi rinnovi. Nel frattempo il campione di Stevenage continuerà a fare ciò per cui è conosciuto, vincere.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/pSdwg8LoCE0/f1-i-perche-del-mancato-rinnovo-per-ora-di-hamilton-con-mercedes.php

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