Ventiquattro anni: è questo il periodo in cui il Portogallo è stato assente e lontano dal mondo della Formula 1, da quando nel 1996 si disputò l’ultima edizione del GP lusitano all’Estoril. Ormai tutto è pronto per il grande ritorno, che avverrà questo weekend su una pista che farà il suo esordio nel Circus, in quella Portimao in realtà già sperimentata in questi anni dai piloti in diversi test. Gli stessi piloti o collaudatori che si sono anche espressi con giudizi positivi sul disegno del tracciato, tanto da far crescere l’attesa e la curiosità collettiva per vedere finalmente l’Autodromo do Algarve come palcoscenico di un appuntamento ufficiale del calendario mondiale.
Il presente offre dunque spunto per delle gradite conferme, tanto da mettere quasi alle spalle una storia, quella del Portogallo con la F1, tanto affascinante quanto ricca di aneddoti.
Un percorso che merita di esser “ripassato” prima del semaforo verde sul Gran Premio del Portogallo 2020.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, il Portogallo può vantarsi di essere uno degli appuntamenti del mondiale con le origini più antiche: la prima edizione ufficiale, infatti, risale al 1958, quando sul circuito di Boavista Stirling Moss divenne il primo pilota a trionfare in terra lusitana, salendo sul gradino più alto del podio con la sua Vanwall che, di lì a poco, si sarebbe anche laureata come primo vettura della storia ad aggiudicarsi il neonato mondiale costruttori.
Tuttavia, l’esperienza del Portogallo con la Formula 1 durò solo fino al 1960, anno in cui si svolse non solo l’ultima gara della storia a Boavista, ma anche l’ultima edizione del GP portoghese per poco più di vent’anni.
Soltanto nel 1984, infatti, il Circus fece il grande ritorno in Portogallo. La scelta degli organizzatori per ospitare la Formula 1 cadde sul tracciato dell’Estoril, inaugurato pochi anni prima con un disegno molto caratteristico ed impegnativo. Già in occasione della prima gara, collocata come ultima prova del calendario, si assistette ad un fatto storico: la vittoria andò al francese Alain Prost, che riuscì a sopravanzare il compagno di squadra alla McLaren Niki Lauda. Tuttavia, il 2° posto conquistato dall’austriaco garantì a quest’ultimo la vittoria del titolo mondiale, proprio a danno di Prost: con un distacco in classifica di appena 0,5 punti, ancora oggi questa “distanza” rappresenta il record di gap minimo in classifica iridata tra il campione ed il vice-campione del mondo nella storia della F1.
A completare il podio di quell’edizione ci fu anche Ayrton Senna, capace di regalare il terzo ed ultimo podio della storia del team Toleman. Lo stesso brasiliano, passato alla Lotus nel 1985, si rese protagonista l’anno successivo della prima vittoria della sua carriera proprio all’Estoril, in una prova caratterizzata dal maltempo. Senna, oltre a salire sul gradino più alto del podio, completò anche il suo primo Grand Chelem della carriera.
Memorabili, in termini di risultati a sorpresa, furono le edizioni del 1988 e del 1989: nel primo caso si assistette al 2° posto di Ivan Capelli, che riuscì ad esprimere il meglio del suo innegabile talento portando ai vertici la sua Leyton House. L’anno dopo, invece, fu lo svedese Stefan Johansson a stupire l’intero ambiente, salendo sul terzo gradino del podio con la Onyx, tra gli applausi del pubblico portoghese.
Più cariche di polemiche, invece, furono le edizioni del 1990 e del 1992: nel primo episodio furono direttamente coinvolte le Ferrari di Nigel Mansell (autore della pole) e di Alain Prost. Alla partenza, con le Rosse in piena lotta mondiale con la McLaren di Senna a poche prove dal termine, si assistette ad una manovra suicida di Mansell, che sprecò il vantaggio della prima fila stringendo Prost verso il muretto dei box. In questo modo, entrambe le McLaren presero incredibilmente la leadership, nonostante Mansell riuscirà poi a vincere la corsa anche grazie all’interruzione anticipata per l’incidente occorso ad Alex Caffi, fortunatamente senza conseguenze per il pilota bresciano. L’episodio verrà giudicato da molti come un impedimento vero e proprio ai danni di Prost nella sua lotta contro Senna per la vittoria del mondiale ’90.
Due anni dopo, fu un vero e proprio incidente a far saltare i nervi al nostro Riccardo Patrese, a sua volta vincitore dell’edizione precedente nel 1991 (unico italiano ad aver vinto in Portogallo). Il pilota padovano della Williams, infatti, prese la scia della McLaren di Gerhard Berger proprio sul rettilineo dei box, nel tentativo di superare in velocità l’austriaco. Dal canto suo, il pilota della McLaren rallentò improvvisamente la sua marcia, scartando senza preavviso nella corsia dei box. Patrese, impossibilitato nell’evitare il contatto, tamponò in pieno la McLaren, con la sua Williams che si staccò da terra a tal punto da sfiorare il cartellone pubblicitario, ricadendo senza conseguenze ma con moltissima rabbia nei confronti di Berger.
Prima della seconda, lunghissima interruzione del Gran Premio del Portogallo dall’universo della F1, l’ultima edizione all’Estoril si tenne appunto 24 anni fa, nel 1996.
In piena lotta per il titolo mondiale, la penultima gara della stagione vide la pole position di Damon Hill su Williams-Renault, davanti al debuttante compagno di squadra Jacques Villeneuve, ancora matematicamente in lizza per poter spodestare l’inglese dal ruolo di leader del mondiale. Nonostante tutta la determinazione ed il talento dimostrato al suo primo anno in F1, il canadese parte però male al via, venendo sopravanzato anche da Jean Alesi e da Michael Schumacher, ossia i due piloti che in quel 1996 si scambiarono il sedile, con Schumacher in Ferrari ed Alesi in Benetton al posto del campione in carica tedesco.
Con il passare dei giri, però, Villeneuve si rende protagonista di una rimonta calcolata ed intelligente. Sfruttando le disavventure altrui nei doppiaggi, e portando a termine un’ottima strategia box, il canadese rimontò fino alla prima posizione, vincendo la gara ed il suo 4° GP in carriera.
Memorabile fu il sorpasso effettuato ai danni di Schumacher all’uscita dell’ultima curva, con una mossa a sorpresa all’esterno che non lasciò scampo al tedesco, tra gli applausi del pubblico.
Jacques Villeneuve, ad oggi, è ancora per qualche giorno l’ultimo vincitore del Gran Premio del Portogallo: un successo risalente a quel 1996 che, nonostante il trionfo lusitano, non gli consentì di agganciare Damon Hill in classifica mondiale, tanto che l’inglese si aggiudicò il titolo di quella stagione.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/t6iTT90gR2Y/f1-gp-del-portogallo-un-ritorno-di-fiamma-24-anni-dopo.php
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