DL Rilancio: l'automotive in ginocchio senza bonus benzina e Diesel Euro 6

Ripartenza, una parola che non riesce a concretizzare appieno il suo significato quando la associamo al settore dell’automobile vista la mancanza per ora di aiuti del Governo. E proprio in questi giorni continua la discussione della Camera per le misure da inserire nel . La questione cruciale riguardano proprio gli per l’acquisto delle auto benzina e Diesel Euro 6, che il Movimento cinque Stelle avrebbe voluto lasciare fuori.

Al contrario delle auto elettriche e ibride che invece sono apparse già come bonus nella Legge di Bilancio 2019, confermati dal Ministero dello Sviluppo Economico, che non contemplano però quasi il 98% del comparto auto. Lentezza e impasse che tralasciano un comparto che in Italia ha già perso negli ultimi tre mesi abbiamo circa 400 mila immatricolazioni, che equivale al 20% dell’intero mercato 2019, e che solo in termini di gettito d’IVA, pesano più di 2 miliardi di euro. E questi sono mancati introiti nelle casse dello Stato, oltre a rappresentare un disastro sul mercato.

Ma nelle ultime ore i pentastellati in commissione Bilancio hanno deciso di andare incontro alle richieste dell’opposizione chiedendo però un incremento dei bonus già previsti per le auto ibride ed elettriche. Un compromesso che permetterebbe quindi di sbloccare gli incentivi all’acquisto di auto nuove, legato alla rottamazione di vecchi modelli, per favorire lo smaltimento degli stock nelle concessionarie di Euro 6. Così i clienti potranno usufruire dei famosi 4mila euro: 2 mila da parte dello Stato e 2 mila da parte dei concessionari. 

L’appello inascoltato di Unrae

Nonostante le difficoltà e lo stallo della situazione, non si arrendono le associazioni e i sindacati dell’automotive tricolore con l’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, in prima linea.

E a proposito dei bonus in discussione tra le modifiche al DL Rilancio grida ancora una volta: “Una crisi di mercato come quella in corso ormai da mesi, con conseguenze devastanti sulla nostra economia, non può essere arginata con le misure in essere, che a più di un anno dalla loro entrata in vigore escludono il 98% del mercato. Chi ha veramente a cuore l’ambiente, e non solo una sterile ideologia, avrebbe il dovere di agevolare concretamente la sostituzione di veicoli vetusti con veicoli di ultima generazione“.

Previsioni per il futuro che non sono proprio rosse perché dopo il -49,6% di immatricolazioni registrato a maggio, nel mese di giugno l’andamento continua ad essere preoccupante: a due terzi di mese sia gli ordini che le vendite confermano una flessione intorno al 15%. E il rischio è che giugno si chiuda con un numero maggiore del -20%.

Chi ha tempo, non aspetti tempo. Ci viene da dire, perché dopo potrebbe essere troppo tardi purtroppo.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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