Desenzano e Sirmione: paesaggi e storia antica

Giosuè Carducci celebrava così il lago di Garda: “Somiglia d’intorno il Benaco una gran tazza argentea, cui placido olivo per gli orli nitidi corre misto a l’eterno lauro“. In effetti, la luminosità e la dolcezza del clima, la ricca vegetazione di olivi, palme, cipressi, limoni, oleandri e aranci, e la grandiosità dei paesaggi e la storia antica dei suoi borghi ne fanno una delle mete più apprezzate dai turisti, provenienti soprattutto dal centro Europa. La costa meridionale, tra Desenzano e Sirmione, rappresenta la quintessenza di queste qualità.

Desenzano, dove si arriva comodamente in auto con la A4 o in treno, affonda le sue radici in epoca romana. Lo testimoniano i resti di una grandiosa villa del IV secolo, con splendidi pavimenti a mosaico, e il Museo archeologico, che custodisce uno degli aratri più antichi del mondo. Il centro storico, attono a piazza Malvezzi e al porto vecchio, vanta bei palazzi cinquecenteschi, mentre nella cappella del Duomo si può ammirare L’ultima cena (1738) di Gian Battista Tiepolo.

Ma il vero gioiello di questo tratto del Garda è Sirmione, sulla lunga e sottile penisola che divide i golfi di Desenzano e Peschiera. Celebrata nell’antichità da Catullo e poi da Stendhal, Lawrence e Goethe, oggi deve la sua fama principalmente alle proprietà curative della sua acqua termale, che sgorga da una fonte al centro del lago e riempie piscine scenograficamente affacciate sulla riva. Il centro storico, un dedalo di viuzze tra cui è bello cui girare a piedi, è dominato della duecentesca Rocca scaligera, tra le meglio conservate in Italia, dove è d’obbligo concedersi una passeggiata sui camminamenti di ronda delle mura e salire in cima al mastio, la torre più alta della fortezza, dalla quale si gode di una vista spettacolare. Il luogo indubbiamente più affascinante, all’estremità della penisola dove dall’alto di uno sperone roccioso dominano tutto il Garda, sono le Grotte di Catullo, ovvero tutto ciò che resta di una sontuosa villa romana della prima età imperiale, costruita su tre diversi livelli per superare l’inclinazione naturale della roccia e circondata un uliveto di oltre 1500 piante.

Il piano più alto, corrispondente agli ambienti di abitazione del proprietario, è purtroppo quello maggiormente danneggiato (la villa è stata per secoli una cava di materiali), mentre sono meglio conservate parti del piano intermedio e le grandiose costruzioni del piano inferiore. Nel piccolo ma rilevante Museo archeologico sono esporti reperti provenienti dalle Grotte, quali frammenti di stucchi e affreschi, ma anche ritrovati in altri insediamenti situati nel territorio del Basso Garda. Terminata la visita, pausa relax sulla vicinissima Giamaica Beach (a cui si accede da un cancelletto nei pressi della biglietteria), su uno dei litorali più belli del Lago di Garda, con grandi rocce lisce a filo d’acqua dove prendere il sole e fare il bagno in acque cristalline.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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