Il governo, per ora, l’ha snobbata, le amministrazioni da anni l’anno nel mirino. Ma i cittadini sanno bene che l’automobile, se usata con misura e nel giusto modo, non ha rivali. E’ indispensabile
L’analisi dell’Osservatorio di , la rassegna delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, realizzata sulla base dei dati raccolti dall’Isfort, l’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, non lasciano dubbi.
Durante la Fase 1 del lockdown gli italiani hanno preferito di gran lunga l’auto privata a mezzi pubblici. Per motivi evidenti. La tabella qui sotto parla chiaro.
Tra l’entrata in vigore del DPCM dell’11 marzo e la fine della cosiddetta “fase 1”, ovvero il 3 maggio, la quota di italiani che hanno utilizzato un mezzo a motore privato per i propri spostamenti è cresciuta di 4,5 punti percentuali, passando dal 56,5% al 61%.
Nello stesso periodo è invece calata dal 10,1% al 4,1% la quota degli italiani che hanno utilizzato mezzi di trasporto pubblici (bus, tram, metro, ecc.), mentre è aumentata lievemente la quota di chi ha deciso di spostarsi con mezzi non motorizzati (in bicicletta e a piedi), quota che è passata dal 33,4% al 34,9% (+1,5%).
“Uno dei motivi alla base dell’incremento dell’utilizzo del mezzo privato è indubbiamente il fatto che, in questa fase, l’auto rappresenta il mezzo più sicuro, in quanto l’unico in grado di garantire il distanziamento sociale necessario per compiere un viaggio in totale sicurezza. L’emergenza sanitaria da coronavirus non è ancora finita, ma già dal 4 maggio, con l’inizio della cosiddetta “fase 2”, si è assistito a un allentamento delle restrizioni alla circolazione ed è lecito ritenere che l’auto privata rimanga ancora la protagonista indiscussa degli spostamenti“. Qualcuno dovrebbe meditare in merito.
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