L’Italia è diventata integralmente una zona protetta, ma qualcuno ancora non riesce a capirlo. La decisione presa dalle alte cariche dello stato per cercare di arginare il contagio da Coronavirus, ormai vera piaga di questo 2020, va rispettata e quindi in seguito al emanato da Conte il 9 marzo – in cui si estendevano le misure già previste dal DPCM per la Regione Lombardia-, è in vigore lo stop immediato a tutti gli spostamenti, salvo per motivi di strettissime necessità, lavoro o salute.
C’è chi, però, non ha ancora capito la gravità della situazione e non si interessa dei controlli da parte delle forze dell’ordine, evitando così di munirsi dell’ormai famosa autocertificazione. I Carabinieri, infatti, stanno eseguendo servizi di controllo su tutto il territorio italiano, in tutti i centri abitati e lungo le principali arterie stradali extraurbane. Tutto per garantire e verificare il rispetto della nuova direttiva.
Per il momento i militari hanno controllato più di cinquecento veicoli e circa seicento persone – numeri sicuramente in crescita nelle prossime ore -, le cui autodichiarazioni, sottoposte a verifica, hanno fatto scattare le prime denunce nei confronti di coloro che hanno fornito informazioni non esatte o non sufficienti a giustificare lo spostamento.
I controlli da parte di tutte le forze dell’ordine – Carabinieri, Polizia Stradale, Guardia di Finanza ecc. – hanno fatto segnalare le prime violazioni: complessivamete 11, e tutte nella provincia di Bergamo.
Come appreso in questi giorni, la sanzione per chi viola le restrizioni negli spostamenti è la denuncia immediata per l’inosservanza del provvedimento, e pene che variano da una ammenda fino a 206 euro (ast650 c.p.), arresto fino a 3 mesi, che può trasformarsi in reclusione da 1 a 12 anni se chi viene fermato era in stato di quarantena o trovato positivo al COVID-19 (art.452 c.p.)
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